Conservato nell’antiche stanze tra la chiesa e il palazzo ducale, il tesoro della basilica di San Marco è costituito da centinaia di pezzi in oro, argento, vetro e altri materiali preziosi. Il nucleo più antico è il frutto del bottino trasportato in città dopo la conquista veneziana di Costantinopoli, tra il 1204 e il 1261, in seguito arricchito con i doni di pontefici e regnanti, o degli stessi dogi veneziani.A oreficerie sacre di produzione bizantina, come coppe, calici e patene – con montature in oro e argento ricche di pietre dure e smalti cloisonnes -, lampade in cristallo di rocca, anfore in agata orientale, preziose icone, si affiancano vasi in vetro e pietra dura di epoca tardo antica, coppe di provenienza islamica e oggetti di produzione occidentale, tra cui due paliotti d’altare, il famoso bruciaprofumi a forma di piccolo edificio a pianta centrale sormontato da cinque cupole, e altri manufatti in cui viene esaltata la lavorazione a filigrana eseguita in atelier della stessa Venezia. Ulteriore, preziosa presenza è il trono-reliquiario di San Marco in alabastro calcareo di lavorazione alessandrina, giunto a Venezia da Grado, al cui patriarca Primigenio era stato donato dall’imperatore Eraclio nel 630.Al restauro di molti oggetti appartenenti al Tesoro di San Marco ha contribuito negli anni il progetto Restituzioni.
Icona con il busto dell’arcangelo Michele
Artista costantinopolitano