Il 2 ottobre 1813 Manzoni acquistò nel cuore di Milano una “casa civile con giardino, posta nella contrada del Morone”. Lo scrittore abitò in questo sobrio palazzo signorile fino al sopraggiungere della morte, nel 1873. Dopo alterne vicende, nel 1938 fu acquisita dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde che la donò al Comune di Milano, attuale proprietario, con il vincolo di assegnarne l’uso perpetuo al Centro Nazionale Studi Manzoniani. Subito iniziarono i lavori di restauro per riportare l’edificio nelle condizioni in cui si trovava alla morte di Manzoni ma causa della guerra l’inaugurazione del Museo manzoniano avvenne solo il 15 dicembre 1965.
Gli interventi conservativi realizzati nel 2015, integralmente sostenuti da Intesa Sanpaolo, hanno riguardato l’edificio e le collezioni artistiche. La casa è stata pensata come un museo dedicato alla memoria del grande scrittore affiancato dalla ricca biblioteca che da anni raccoglie e promuove gli studi sull’autore. I restauri sull’edificio hanno riproposto, ove possibile, le sopravvivenze delle epoche più antiche mentre degli arredi originari si sono conservati nella loro integrità solo i mobili e le suppellettili del suggestivo studio e dell’austera camera da letto, dove Manzoni morì il 22 maggio 1873. Il giardino di Casa Manzoni collega l’edificio al complesso dei palazzi Brentani e Anguissola Antona Traversi, che furono la sede storica della Banca Commerciale Italiana, oggi confluita in Intesa Sanpaolo. L’Istituto ha sempre guardato alla casa del grande scrittore come a una fonte di ispirazione:
“Il senso dell’impresa che abbiamo voluto realizzare – ha dichiarato il professor Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo, in occasione dell’inaugurazione – è custodire la memoria di un grande italiano, la cui opera può continuare anche oggi a ispirare le nostre coscienze e il nostro agire. Valorizzare il nostro passato significa incoraggiare il Paese a credere in sé stesso e nel proprio futuro. Restituiamo a Milano e all’Italia un luogo simbolo della nostra storia e della nostra identità. Manzoni, infatti, non si impegnò soltanto per un rinnovamento culturale ma si adoperò anche per la rifondazione morale della nazione. Attraverso la creazione di una lingua destinata a divenire il modello dell’Italia unita, egli contribuì da protagonista alla formazione di una moderna coscienza nazionale“.