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    Torna a Restituzioni 2018

    Tre stele daunie dal territorio della Capitanata (Stele maschile con armi, Due stele con ornamenti)

    Data: fine del VII - prima metà del VI secolo a.C.
    Tecnica/Materiale: pietra calcarea di grana fine, superfici irregolari; decorazione incisa e graffita; tracce di pigmentazione in rosso, ocra e nero
    Dimensioni: 58,4 x 38 x 8 cm; 45,5 x 70,5 x 7 cm; 59 x 33,5 x 6 cm
    Provenienza: area compresa tra Foggia e Manfredonia
    Collocazione: Manfredonia (Foggia), Museo Nazionale Archeologico di Manfredonia (invv. 1068, 0712-0714, 0805)
    Edizione: Restituzioni 2018
    Autore scheda in catalogo: Carla Bagnulo
    Restauro: Antonella Martinelli, Caterina Passiatore (Alfa Restauro opere d’arte s.r.l., Bari); con la direzione di Simonetta Bonomi (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia); indagini: Pasquale Acquafredda, Mauro Pallara (indagini mineralogiche); Università degli Studi Bari Aldo Moro: Inez Dorothé van der Werv (analisi pigmenti e leganti)
    Ente di Tutela: Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia

    Gruppo di reperti restaurati da Antonella Martinelli, Caterina Passiatore (Alfa Restauro opere d’arte s.r.l., Bari) con la direzione di Simonetta Bonomi (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria- Trani e Foggia)

    Scheda breve

    La straordinaria scoperta delle stele daunie da parte dell’archeologo toscano Silvio Ferri, nel corso degli anni Sessanta del secolo scorso, ha contribuito in modo determinante all’eccezionale interesse nei confronti del territorio della Capitanata, di cui le stele stesse rappresentano il punto di forza e di maggiore notorietà. Oggi il Museo Nazionale Archeologico di Manfredonia, uno dei luoghi della cultura del Polo Museale della Puglia, con sede nel Castello Svevo Angioino della città, ospita oltre duemila esemplari, tra stele integre e frammentarie, che rappresentano la più grande, completa e matura espressione dell’arte di trattare la materia litica tra le popolazioni indigene dell’Italia preromana.

    Composte da lastre rettangolari squadrate e levigate, tali stele furono realizzate tra la metà del VII e il VI secolo a.C. dai Dauni, popolazione stanziata nell’area settentrionale della Puglia, in un vasto territorio strategicamente posizionato nel meridione peninsulare. La pietra usata è un calcare molto tenero e friabile, ricavato dalle vicine cave poste sulle pendici del Gargano, nelle vicinanze del centro di Monte Sant’Angelo, di cui tale pietra è caratteristica. Di dimensioni variabili per altezza (max. 127 cm, min. 42,5 cm), larghezza (max. 70 cm, min. 18 cm) e spessore (max. 14 cm, min. 2,5 cm), le stele riproducono figure maschili e femminili, finemente abbigliate, variamente ornate di insegne indicative del rango e del ceto sociale di appartenenza. Le decorazioni, realizzate a incisione più o meno profonda, si dispongono su tutte e quattro le facce, risparmiandone solo una breve porzione inferiore.

    Il progetto di restauro, presentato in questa sede e realizzato nell’ambito del progetto Restituzioni di Intesa Sanpaolo, ha visto la felice collaborazione del Polo Museale della Puglia e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria- Trani e Foggia; a entrambi gli enti va l’indubbio riconoscimento di avere arricchito la già straordinaria collezione del Museo Nazionale Archeologico di Manfredonia, con nuovi e inediti reperti del corpus sipontino. L’intervento di conservazione e valorizzazione, diretto da Simonetta Bonomi (Soprintendente della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia) e curato dai restauratori della Alfa Restauro opere d’arte s.r.l., ha riguardato tre delle stele attualmente conservate nei depositi del museo di Manfredonia, di cui due con ornamenti e una con armi. L’attento programma di restauro qui presentato è avvenuto su superfici lapidee danneggiate dal punto di vista sia fisico che chimico; l’accurata pulitura dei frammenti, necessaria a rimuovere tutte le sostanze dannose presenti all’interno e sulla superficie dei manufatti, è avvenuta attraverso l’utilizzo di metodologie e prodotti innovativi a minore impatto ambientale; l’eliminazione di concrezioni e incrostazioni e la rimozione dei vecchi rifacimenti in gesso non più idonei ha migliorato la qualità dei dettagli che arricchivano le scene figurate e consentito una ricomposizione più vicina possibile all’originale.

    Le fasi del restauro

    Prima
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    Prima
    Foto di Nicola Amato

    Prima del restauro, Stele maschile con armi 1068a, dettaglio del cardiophylax

    Foto di Nicola Amato

    Prima del restauro, Stele maschile con armi 1068a, dettaglio del cardiophylax

    Foto di Nicola Amato

    Prima del restauro, stele maschile con armi, fronte (inv. 1068)

    Foto di Nicola Amato

    Prima del restauro, stele maschile con armi, retro (inv. 1068)

    Foto di Nicola Amato

    Prima del restauro, stele femminile con ornamenti, fronte (inv. 0712-0714)

    Foto di Nicola Amato

    Prima del restauro, stele femminile con ornamenti, retro (inv. 0712-0714)

    Foto di Nicola Amato

    Prima del restauro, stele con ornamenti, fronte (inv. 0805)

    Foto di Nicola Amato

    Prima del restauro, stele con ornamenti, retro (inv. 0805)

    Foto di Nicola Amato

    Prima del restauro, stele maschile con armi, fronte (inv. 1068), particolare del cardiophylax

    Foto di Nicola Amato

    Prima del restauro, stele maschile con armi, fronte (inv. 1068), particolare del cardiophylax

    Foto di Nicola Amato

    Prima del restauro, stele con ornamenti, retro (inv. 0805), particolare con fiere affrontate

    Foto di Nicola Amato

    Prima del restauro, Stele maschile con armi 1068b, dettaglio dello stato conservativo

    Foto di Nicola Amato

    Prima del restauro, Stele 805, particolare delle incrostazioni

    Foto di Nicola Amato

    Stele femminile con ornamenti 712-714a, stato conservativo

    Durante
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    Durante
    Foto di Nicola Amato

    Durante il restauro, rimozione rifacimento in gesso

    Foto di Nicola Amato

    Durante il restauro, pulitura con gel di agar

    Foto di Nicola Amato

    Durante il restauro, consolidamento con nanocalce

    Foto di Nicola Amato

    Durante il restauro, rimozione sali solubili

    Foto di Nicola Amato

    Durante il restauro, Stele maschile 1068a, pulitura con ablatore ad ultrasuoni

    Dopo
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    Dopo
    Foto di Nicola Amato

    Dopo il restauro, stele maschile con armi, fronte (inv. 1068)

    Foto di Nicola Amato

    Dopo il restauro, stele femminile con ornamenti, fronte (inv. 0712-0714)

    Foto di Nicola Amato

    Dopo il restauro, stele con ornamenti, fronte (inv. 0805)

    Foto di Nicola Amato

    Dopo il restauro, stele maschile con armi, retro (inv. 1068)

    Foto di Nicola Amato

    Dopo il restauro, stele femminile con ornamenti, retro (inv. 0712-0714)

    Foto di Nicola Amato

    Dopo il restauro, stele con ornamenti, retro (inv. 0805)

    Foto di Nicola Amato

    Dopo il restauro, stele maschile con armi, fronte (inv. 1068), particolare del cardiophylax

    Foto di Nicola Amato

    Dopo il restauro, stele femminile con ornamenti, fronte (inv. 0712-0714), particolare della decorazione incisa a doppi cerchi

    Foto di Nicola Amato

    Dopo il restauro, stele con ornamenti, retro (inv. 0805), particolare del corte femminile

    Foto di Nicola Amato

    Dopo il restauro, stele con ornamenti, fronte (inv. 0805), particolare della decorazione

    Approfondimenti

    Restituzioni 2018. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2018 (guida cartacea)

    Restituzioni 2018

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2018 (PDF online)

    Scheda dal catalogo

    Altre opere dell'edizione

    pittura

    Pitture murali della tomba di Henib

    corredo funerario

    Sarcofago antropoide di Unmontu

    scultura

    Testa maschile barbata, cosiddetta “Testa di Basilea”

    ceramiche e porcellane

    Corredo funerario da Altamura

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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