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    Sposalizio mistico di santa Caterina d’Alessandria e i santi Francesco, Girolamo, Antonio da Padova, Elisabetta d’Ungheria e Bernardino da Siena

    Data: 1515-1520
    Artista: Girolamo di Benvenuto
    Nascita artista: Siena, 23 settembre 1470
    Morte artista: Siena, ante 28 giugno 1524
    Tecnica/Materiale: Oro e tempera grassa su tavola
    Dimensioni: 205,8 × 202,9 × 2,8 cm
    Provenienza: Ignota
    Collocazione: Milano, Museo Bagatti Valsecchi (inv. 1015)
    Edizione: Restituzioni 2016
    Autore scheda in catalogo: Gabriele Fattorini
    Restauro: Carlotta Beccaria (superficie pittorica), Roberto Buda (supporto ligneo) con la direzione di Isabella Marelli
    Ente di Tutela: Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese

    Opera restaurata da Carlotta Beccaria (superficie pittorica), Roberto Buda (supporto ligneo) con la direzione di Isabella Marelli

    Scheda breve

    Il dipinto appartiene alla prestigiosa collezione che Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi, nei decenni a cavallo tra Otto e Novecento, raccolsero nella loro dimora milanese, oggi una delle case-museo più affascinanti d’Italia.

    Il restauro ha recuperato al meglio gli splendenti colori di una tavola che fu certo destinata all’altare di una chiesa francescana di Siena o del suo territorio. Entro una sorta di luminoso loggiato aperto su di un cielo azzurro e impreziosito dai marmi screziati della pavimentazione, la scena è dominata dalla Vergine in trono, con il Figlio sporto a inanellare Caterina d’Alessandria. Di contro la terziaria francescana Elisabetta d’Ungheria raccoglie in grembo i peculiari fiori, mentre ai lati si stagliano, col saio marrone dell’Osservanza, Antonio da Padova e Bernardino da Siena, a ostentare l’uno il cuore infiammato d’amore per Dio, e l’altro la tavoletta col trigramma cristologico esibita durante le prediche. In primo piano si inginocchiano infine Francesco e Girolamo; abbigliato del saio grigio cinerino dei conventuali, il santo di Assisi alza la destra a indicare Maria, mentre l’anacoreta penitente, protetto dal fido leone, si percuote il petto nudo.

    La tavola si deve a Girolamo di Benvenuto, che lavorò a Siena tra la fine del secolo XV e il primo quarto del successivo al fianco del padre Benvenuto di Giovanni, di cui ereditò la bottega e lo stile, così ancorato agli stilemi tardoquattrocenteschi da rimanere impermeabile alle novità della maniera moderna. Posteriore all’Assunta affrescata da Girolamo entro il 1515 nella chiesa senese di Santa Maria a Fontegiusta, il nostro dipinto non reca infatti segno di aggiornamento sui modi di Domenico Beccafumi e Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma, palesandosi come una vivida variante delle più tipiche pale d’altare di Benvenuto di Giovanni, ingentilita da una volontà di innestarsi sul filone ‘umbro’ della pittura senese che ebbe i più tipici esponenti in Bernardino Fungai e Giacomo Pacchiarotti.

    Gabriele Fattorini

    Le fasi del restauro

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni 2016

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (PDF online)

    Restituzioni 2016. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (guida cartacea)

    Scheda storico-artistica dal catalogo

    Relazione di restauro

    Altre opere dell'edizione

    scultura

    Statua naofora di Amenmes e Reshpu

    scultura

    Bronzetti egizi da collezione

    corredo funerario

    Manufatti metallici

    scultura

    Giovane cavaliere (Dioscuro?) sorretto da una sfinge, detto ‘Cavaliere Marafioti’

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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