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    Situla di Gotofredo

    Data: Situla e manico: X sec. (974 - ante 19 settembre 979); Borchie d'argento all'aggancio del manico: XIX sec. (ante 1835)
    Artista: Bottega milanese
    Tecnica/Materiale: Avorio intagliato, argento fuso, cesellato e rifinito a niello, tracce di ageminatura
    Dimensioni: Avorio: 18,8 x 12 cm; manico: 14,2 x 6,6 cm
    Provenienza: Milano, Duomo, sacrestia
    Collocazione: Milano, Tesoro del Duomo
    Edizione: Restituzioni 2011
    Autore scheda in catalogo: Paola Venturelli
    Restauro: Franco Blumer, con la direzione di Emanuela Daffra (SBSAE Milano)
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza, Pavia, Sondrio e Varese

    … il sommo Signore prese membra servili, ed egli che dalla prima origine del mondo veste dei suoi doni tutte le cose che nascono, non ebbe vestimento che i poveri stracci di cui fu coperto; e quello che non riescono a contenere né l’onda agitata del mare tempestoso né tutto il suolo della terra né la spaziosa reggia dell’immenso cielo, stette tutto intero nel corpo di una vergine… Sedulio, Carmen Paschale Tra le fonti letterarie antiche sono forse i versi di Sedulio, sublime poeta cristiano, a rappresentare il più profondo motivo d’ispirazione per la situla di Gotofredo.

    Scheda breve

    La preziosa situla, ricavata da un unico pezzo d’avorio, è di forma cilindrica e intagliata a basso rilievo con il motivo di cinque arcate a tutto sesto, rette da colonne lisce, che terminano con un raffinato capitello a foglie d’acanto arricciate. All’interno, sotto le arcate, si dispongono i quattro evangelisti, raffigurati seduti e di profilo, intenti a scrivere il testo sacro, identificabili grazie alle iscrizioni che percorrono ciascun arco e ai rispettivi simboli. Gli evangelisti si rivolgono due a due verso la Vergine, seduta in trono, con il Bambino, e accompagnata da due angeli che reggono rispettivamente un turibulo e una situla. Tra un arco e l’altro si notano invece mura turrite, forse alludenti alla Gerusalemme celeste.

    Il secchiello è completato da un manico in argento fuso, composto da due mostri serpentiformi e finemente cesellato.

     

     

    Realizzata con raro virtuosismo tecnico, la situla è registrata negli inventari della sacrestia capitolare del Duomo di Milano già dal XV secolo. Una scritta dedicatoria riferisce l’opera alla committenza dell’arcivescovo Gotofredo, reggente la cattedra milanese tra 974 e 979, in occasione della visita di un “VENIENTE […] CESARE”, identificato dalla maggior parte della critica con Ottone II, vincolando la realizzazione dell’opera a un viaggio dell’imperatore, previsto prima del 980 – anno dell’ingresso trionfale di Ottone II a Milano, successivo alla morte di Gotofredo –  e poi annullato. O, in alternativa, alla visita in Italia (978) dell’imperatrice Adelaide, madre di Ottone II.

    Forte, dal punto di vista stilistico, il riferimento alle croci pettorali bizantine del IX secolo, ma anche alle facce trapezoidali del ciborio in stucco nella Basilica milanese di Sant’Ambrogio, dove sarebbe rappresentata la famiglia imperiale di Ottone II: tale connessione porrebbe così la situla in relazione al contesto milanese, centro di lavorazione dell’avorio fin dall’età tardo-antica.

     

     

    La situla si trovava in buono stato di conservazione, con l’avorio segnato appena da qualche incrinatura e lievi scheggiature sull’orlo.

    L’intervento ha riguardato sia la parte eburnea che le parti metalliche. L’avorio è stato pulito dai depositi di particellato atmosferico e dai residui di colla di pesce, particolarmente tenaci e diffusi in tutta la superficie, rimossi con bisturi in ebano e stecche di legno più dolce, previa una continua azione di bagnature in soluzione alifatica. Anche il manico è stato oggetto di una accurata pulitura, realizzata attraverso l’asportazione chimica e meccanica delle varie efflorescenze saline, presenti in più punti, nonché dai depositi di particellato atmosferico. La parte metallica è stata infine protetta da una cera microcristallina.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima

    Prima del restauro, particolare delle efflorescenze saline sul manico, macrofotografia

    Prima del restauro

    Prima del restauro, particolare delle scritte con depositi di colla di pesce

    Durante
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    Durante

    Durante il restauro, particolare con san Luca, foto con illuminazione interna

    Durante il restauro, particolare, pigmento rosso all’interno delle iscrizioni

    Durante il restauro, particolare con san Matteo

    Durante il restauro, particolare della sede della protome sinistra

    Dopo
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Dopo

    Dopo il restauro

    Dopo il restauro, particolare con san Marco

    Dopo il restauro, particolare con san Marco

    Dopo il restauro, particolare del manico

    Approfondimenti

    Restituzioni 2011

    Tesori d’arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Venezia 2011

    Il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico restaurato

    a cura di Marco Ciatti, Magnolia Scudieri, Firenze 2011

    Altre opere dell'edizione

    arredi e suppellettili

    Bronzetto raffigurante coppia abbracciata

    ceramiche e porcellane

    Cratere apulo a figure rosse

    Pittore di Baltimora (attribuito a)

    corredo funerario

    Corredo funerario tardo-etrusco

    scultura

    Coppia di ritratti

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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