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    Situla con thiasos

    Data: IV-V secolo d.C. (?)
    Artista: Roma o Alessandria
    Tecnica/Materiale: Vetro purpureo, manico in argento
    Dimensioni: alt. 21,5 cm, alt. (senza le anse) 19,5 cm, largh. massima 19,2 cm, largh. minima 15,4 cm
    Provenienza: Ignota
    Collocazione: Venezia, Basilica di San Marco, Tesoro (cat. 14)
    Edizione: Restituzioni 2008
    Autore scheda in catalogo: Roberta Battaglia
    Restauro: Corinna Mattiello
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Architettonici, per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico di Venezia e Laguna

    La decorazione della situla del Tesoro di San Marco raffigura un episodio narrato nelle Metamorfosi di Ovidio: all’apparizione di Dioniso e del suo corteo, le fanciulle terrorizzate fuggono, ma vengono catturate e trasformate in menadi:  … Ma le figlie di Minia lavoravano ancora con furia, spregiando Bacco e profanando la sua festa, quando a un tratto timpani invisibili strepitarono con suono sordo, echeggiarono flauti a becco curvo e tintinnarono bronzi in un profumo di mirra e croco…

    Scheda breve

    Il secchiello (situla), in vetro di intenso colore purpureo, è di forma troncoconica. Lungo l’intero corpo è intagliato un ricco fregio raffigurante un rito dionisiaco (thiasos). Al centro compare Dioniso, dio del vino, appoggiato ad un pilastrino alla cui base è accovacciato un felino (tigre o pantera); alla sua sinistra  vi è una figura femminile, forse la sposa Arianna, nell’atto di porgergli una coppa di vino, mentre a destra appare un giovane pastore con una coppa entro cui il dio versa del vino da una brocca (oinochoe). La scena è movimentata da altre figure: una menade, donna invasata al seguito del dio Dioniso, percuote il timpano e fugge da un pastore che regge un cestello di frutta, mentre Pan, divinità di forma caprina, insegue una fanciulla recante un sonaglio. Elementi vegetali – corone a festone, fronde, melagrane, grappoli – colmano i vuoti nel fondo della composizione: in questi riempitivi vegetali risiede la singolarità più appariscente del fregio figurato. La fascia superiore, che delimita il soggetto dionisiaco, è decorata da elementi fusiformi e tondeggianti (fusarole e perline), quella inferiore da girali che racchiudono uccelli, pesci ed elementi vegetali .

    Il manico e le borchie che lo fissano alla situla sono in argento e presentano motivi ornamentali.

     

     

    Il preziosissimo secchiello appartiene al Tesoro della Basilica veneziana di San Marco. Quando nel 1816 il conte Leopoldo Cicognara redasse un inventario degli oggetti conservati nella Basilica, lodò il «secchio meraviglioso» di «grosso cristallo violaceo»., reputandolo «la più bella delle antichità figurate del Tesoro», meritevole soprattutto per il «baccanale [che] sta inciso nel giro».

    Secondo l’ipotesi più accreditata, l’oggetto sarebbe di fabbricazione romana o alessandrina e risalirebbe all’età tardo-imperiale, al IV secolo d.C. o tutt’al più all’inizio del successivo. Anche la decorazione del manico rimanda alla stessa epoca, la cui fattura sarebbe pertanto coeva a quella della situla.

    La scena dionisiaca rappresentata nel fregio conobbe una notevole popolarità sino all’epoca tardo-antica, per il protrarsi di vecchi culti pagani ben dentro l’era cristiana, soprattutto presso alcune ricche famiglie dell’impero. Il secchiello era probabilmente utilizzato durante le libagioni mistiche connesse al culto bacchico e destinato forse a raccogliere il sangue delle vittime sacrificali. Il colore rosso purpureo, che ha sempre avuto nell’antichità un’alta valenza simbolica di autorità e prestigio, conferma l’estrema sontuosità dell’esemplare.

     

     

    L’opera ha subito la perdita quasi totale del fondo; l’ampia lacuna è stata integrata modellando una resina opportunamente pigmentata. Con la stessa resina è stata riparata una lesione che correva lungo una parete. La pulitura della superficie vitrea ha portato all’eliminazione dell’offuscamento dovuto a depositi di polvere. È stato pulito anche il manico, che si presentava scuro a causa della solforazione dell’argento.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima

    Prima del restauro

    Dopo
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    Dopo

    Dopo il restauro

    Dopo il restauro

    Dopo il restauro, l’integrazione della lacuna

    Dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni 2008

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Venezia 2008

    Altre opere dell'edizione

    scultura

    Statuetta femminile panneggiata

    scultura

    Statuetta femminile panneggiata

    scultura

    Capitello di lesena

    scultura

    Statua di Icaro

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