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    Sarcofago detto ‘del generale’ (Scene della vita di un personaggio romano con simboli delle sue virtù, fronte; Due offerenti e un camillo; Vittimario con il toro; Divinità capitoline

    Data: 150-180 d.C.
    Tecnica/Materiale: Marmo greco
    Dimensioni: 85,5 × 242 cm (fronte); 85,5 × 93,5 cm (fianco sinistro); 86,5 × 94,5 cm (fianco destro); 33 × 241 cm (coperchio)
    Provenienza: Sabbioneta (Mantova), collezione Vespasiano Gonzaga Colonna
    Collocazione: Mantova, Palazzo Ducale, Appartamento di Troia, Sala di Troia
    Edizione: Restituzioni 2016
    Autore scheda in catalogo: Renata Casarin, M. Chiara Ceriotti
    Restauro: M. Chiara Ceriotti (Consorzio Arkè, Roma) con la collaborazione di Gabriella Dal Monte con la direzione di Renata Casarin
    Ente di Tutela: Palazzo Ducale di Mantova

    Opera restaurata da M. Chiara Ceriotti (Consorzio Arkè, Roma) con la collaborazione di Gabriella Dal Monte con la direzione di Renata Casarin

    Scheda breve

    Il grande sarcofago è costituito da quattro elementi lapidei, un coperchio, il fronte e due fianchi.

    Il rilievo sul fronte rappresenta, con una narrazione che procede da sinistra verso destra, tre momenti di vita di un personaggio loricato raffigurato come appartenente ad alti ranghi dell’esercito romano. Al centro appare un camillo, un vittimario e un popa che attendono a un sacrificio rituale, allusivo alla Pietas, forse da identificare con il sacrificium che il legatus Augusti propretore celebrava prima di partire per la provincia a lui assegnata. A sinistra è la figura della Virtù in forma di Victoria alata acefala, seguita dalla scena simbolica della Clementia verso i vinti; a destra è raffigurato il matrimonio simboleggiato dalla dextrarum iunctio, cui allude la personificazione della Concordia. Così nel fronte compaiono l’allegoria delle quattro Virtù cardinali romane, proprie dell’iconografia imperiale. Il coperchio ha per tema le Divinità capitoline e reca negli angoli acroteriali due mascheroni. Sul fianco sinistro sono scolpiti Due offerenti e un camillo e su quello destro un Vittimario con il toro.

    La storia della pregevole opera, da quando giunge a Sabbioneta nella collezione di Vespasiano Gonzaga, è in tutto analoga a quella del sarcofago raffigurante le scene del Sacco di Troia (cat. 9a). Infatti è certa la provenienza da Sabbioneta dei marmi che attualmente lo compongono; i materiali sono citati nell’elenco del 1774 redatto da Antonio Maria Romenati, anche se la critica è discorde circa la reale pertinenza di tutti i rilievi al medesimo sarcofago. Matteo Borsa, direttore del Museo Statuario nel Palazzo degli Studi dopo la morte di Giovanni Girolamo Carli nel 1786, tiene in grandissima considerazione il fronte, esposto nella prima campata del museo, paragonandolo ai rilievi della Colonna Traiana e a un rilievo di soggetto analogo murato a Villa Medici sul lato verso il giardino. Il coperchio è collocato nell’età dell’ordinamento settecentesco invece nella ventitreesima campata e non viene messo in relazione col fronte. Analoga la posizione di Giovanni Labus che ipotizza la provenienza della lastra maggiore dall’arco Veri et Marci Augustorum di Roma, il cosiddetto Arco di Portogallo, edificato sulla via Lata, presso San Lorenzo in Lucina, senza associare il coperchio al medesimo manufatto.

    Per quanto riguarda i fianchi non ne viene fatta menzione e anche Leandro Ventura si dissocia da Alda Levi affermando che l’attuale ricomposizione, avvenuta negli anni Venti del Novecento, non è corretta, poiché questi due elementi non apparterrebbero allo stesso manufatto, differenti per stile e dimensioni.

    In realtà nel corso del presente intervento di restauro si è potuta verificare la congruenza dei fianchi al fronte perché sul rilievo di sinistra, su cui sono raffigurati Due offerenti e un camillo vi è la prosecuzione dell’ala della Vittoria posta all’estremità sinistra del fronte. Inoltre, il marmo del fianco destro, su cui è rappresentato il Vittimario con il toro, si inserisce perfettamente nel fronte tanto che parte del panneggio dietro la paraninfa è scolpito proprio su quest’ultimo. Inoltre il materiale costitutivo, un marmo greco a cristalli grossi, è il medesimo per tutti e tre gli elementi lapidei. Per quanto riguarda l’altezza dei rilievi, si ritiene probabile che lo smembramento del sarcofago e le successive rilavorazioni ne possano aver modificato le altezze. Il sarcofago detto ‘del generale’ si presentava rimontato con le stesse modalita di quello raffigurante il Sacco di Troia (cat. 9a), ma le dimensioni e la delicatezza del manufatto ne hanno impedito lo smontaggio. Le operazioni effettuate all’interno e all’esterno sono state le medesime di quelle eseguite per il sarcofago con il Sacco di Troia (cat. 9a). L’intervento di nuovi incollaggi e di ricostruzioni di importanti lacune nel caso del sarcofago in esame è stato più complesso e delicato di quello eseguito sugli altri due manufatti (catt. 9a e 9c).

    Renata Casarin, M. Chiara Ceriotti

    Le fasi del restauro

    Prima
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    Prima

    Prima del restauro, fronte con Scene della vita di un personaggio romano con simboli delle sue virtù e coperchio con le Divinità capitoline

    Prima del restauro, fianco sinistro con Due offerenti e un camillo

    Prima del restauro, fianco destro con Vittimario con il toro

    Prima del restauro, fronte, particolare con il panneggio della Vittoria completamente staccato

    Prima del restauro, particolare del coperchio, particolare

    Durante
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Durante

    Durante il restauro, particolare con l’ala della Vittoria scolpita tra il fronte e il fianco destro

    Durante il restauro, particolare con il panneggio della paraninfa scolpito tra il fianco destro e il fronte

    Durante il restauro, particolare del fronte, tassello di pulitura

    Durante il restauro, fronte, particolare con il panneggio della Vittoria, incollaggio

    Durante il restauro, fronte, particolare con la scena del matrimonio, armatura con retina e resina del grande foro prima della stuccatura

    Durante il restauro, fianco sinistro, tassello di pulitura

    Durante il restauro, fianco sinistro, pulitura con getto di vapore

    Dopo
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Dopo

    Dopo il restauro

    Dopo il restauro, particolare del coperchio

    Dopo il restauro, fianco sinistro con Due offerenti e un camillo

    Prima del restauro, fronte, particolare con la scena del matrimonio

    Dopo il restauro, fianco destro con Vittimario con il toro

    Dopo il restauro, fronte, particolare con il panneggio della Vittoria

    Dopo il restauro, fronte, particolare con la scena della clemenza verso i vinti

    Dopo il restauro, fronte, particolare con la scena del sacrificio

    Dopo il restauro, fronte, particolare con la scena del matrimonio

    Dopo il restauro, fronte, particolare con la scena della clemenza verso i vinti

    Dopo il restauro, particolare del coperchio, particolare

    Approfondimenti

    Restituzioni 2016

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (PDF online)

    Restituzioni 2016. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (guida cartacea)

    Scheda storico-artistica dal catalogo

    Relazione di restauro

    Altre opere dell'edizione

    scultura

    Statua naofora di Amenmes e Reshpu

    scultura

    Bronzetti egizi da collezione

    corredo funerario

    Manufatti metallici

    scultura

    Giovane cavaliere (Dioscuro?) sorretto da una sfinge, detto ‘Cavaliere Marafioti’

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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