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    Torna a Restituzioni 2018

    Sarcofago antropoide di Unmontu

    Data: fine XXV - inizi XXVI dinastia (prima metà del VII secolo a.C.)
    Tecnica/Materiale: legno di sicomoro e tamerice incamottato, stuccato e dipinto
    Dimensioni: 183 x 54 x 53 cm
    Provenienza: Egitto: Tebaide
    Collocazione: Bologna, Museo Civico Archeologico (MCABO EG 1960)
    Edizione: Restituzioni 2018
    Autore scheda in catalogo: Daniela Picchi
    Restauro: Emiliano Antonelli, Eugenio de Marsico, Sara Balercia, Luigi De Prezzo (Consorzio CROMA-Conservazione e Restauro di Opere e Monumenti d’Arte, Roma); con la direzione di Daniela Picchi (Museo Civico Archeologico di Bologna)
    Ente di Tutela: Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bologna e le Province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara

    Opera restaurata da Emiliano Antonelli, Eugenio de Marsico, Sara Balercia, Luigi De Prezzo (Consorzio CROMA-Conservazione e Restauro di Opere e Monumenti d’Arte, Roma) con la direzione di Daniela Picchi (Museo Civico Archeologico di Bologna)

    Scheda breve

    Il proprietario di questo sarcofago antropoide è identificabile con un non meglio noto egiziano di nome Unmontu, che dovette ricoprire un ruolo di prestigio sociale e disporre di un discreto patrimonio economico per corredare la propria sepoltura di un simile manufatto.

    Il sarcofago antropoide di Unmontu appartiene a una categoria di sarcofagi interni prodotti in area tebana e cronologicamente attribuibili alla XXV-XXVI dinastia per caratteristiche strutturali, stilistiche e testuali. Da un punto di vista strutturale li connota la presenza di un pilastrino dorsale, di un piedistallo su cui poggia la figura del defunto mummiforme e di alcune modellazioni in corrispondenza delle ginocchia e dei glutei, che movimentano rispettivamente il profilo del coperchio e della cassa.

    Le dimensioni della cavità interna sono idonee a contenere di misura il corpo bendato del defunto, a volte protetto da un intero set di sarcofagi. L’apparato iconografico si declina secondo quattro tipi principali di schema decorativo per quanto riguarda l’esterno del coperchio e due tipi di composizione per quanto riguarda l’esterno della cassa. Anche gli interni possono essere decorati. Pur nelle imprescindibili varianti che connotano ogni singolo manufatto, il sarcofago di Bologna si contestualizza a pieno in questa classificazione.

    Il precario stato conservativo del sarcofago di Unmontu ha indotto il Museo Civico Archeologico di Bologna a elaborarne un progetto di restauro in collaborazione con prestigiosi istituti di ricerca e professionisti di settore. Dopo lo studio tipologico del manufatto e ricerche d’archivio volte a ricostruirne la storia collezionistica, è stata avviata un’articolata campagna diagnostica per ottenere le conoscenze preliminari a un restauro ispirato al moderno criterio del minimo intervento. Accanto all’analisi tomografica computerizzata con raggi X sono state effettuate analisi anatomiche per determinare la specie legnosa e uno studio relativo alla policromia mediante indagini non invasive e micro-invasive; tali approcci diagnostici hanno permesso di individuare i materiali costitutivi, le tecniche esecutive, le diverse fasi di lavorazione e i successivi interventi di epoca moderna, dei quali mancava una documentazione puntuale. Il restauro ha quindi permesso di migliorare lo stato conservativo di un reperto caratterizzato da alcune fessurazioni strutturali, da numerose perdite di adesione del sistema strati preparatori-pellicola pittorica, con conseguenti micro cadute, e da diffuse abrasioni superficiali, nonché da alterazione cromatica dovuta ai pesanti depositi di particolato coerente e incoerente. Al contempo questo progetto ha rappresentato l’occasione ideale per valorizzare un sarcofago poco noto al pubblico, in quanto trasferito nei depositi del museo dagli anni Novanta del secolo scorso, e di codificare un appropriato approccio metodologico allo studio di altri quattro sarcofagi, sempre databili alla stessa epoca e di provenienza tebana, che rappresentano una delle classi di materiali più prestigiose dell’intera collezione egiziana bolognese.

    Le fasi del restauro

    Prima
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    Prima
    Foto di Consorzio CROMA-Conservazione e Restauro di Opere e Monumenti d’Arte, Roma

    Particolare della stuccatura nel fondo cassa del sarcofago di Unmontu prima e dopo l’intervento manutentivo

    Foto di Consorzio CROMA-Conservazione e Restauro di Opere e Monumenti d’Arte, Roma

    Prima del restauro, coperchio del sarcofago

    Foto di Consorzio CROMA-Conservazione e Restauro di Opere e Monumenti d’Arte, Roma

    Prima del restauro, cassa del sarcofago

    Foto di Consorzio CROMA-Conservazione e Restauro di Opere e Monumenti d’Arte, Roma

    Prima e dopo il restauro, sommità e base di appoggio del sarcofago

    Durante
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    Durante
    Foto di Consorzio CROMA-Conservazione e Restauro di Opere e Monumenti d’Arte, Roma

    Immagine della dea Nut in luce visibile, in luminescenza indotta da luce visibile (VIL), in riflettografia infrarossa (IRR), in fluorescenza indotta da luce ultravioletta (UV)

    Foto di Consorzio CROMA-Conservazione e Restauro di Opere e Monumenti d’Arte, Roma

    Osservazioni al microscopio ottico a luce polarizzata di un campione di pellicola pittorica caratterizzata da cromia rossa

    Foto di Consorzio CROMA-Conservazione e Restauro di Opere e Monumenti d’Arte, Roma

    Durante il restauro, rimozione di resine sintetiche alterate dal coperchio del sarcofago di Unmontu

    Foto di Consorzio CROMA-Conservazione e Restauro di Opere e Monumenti d’Arte, Roma

    Sequenza di quattro sezioni tomografiche della maschera lignea del sarcofago di Unmontu

    Foto di Consorzio CROMA-Conservazione e Restauro di Opere e Monumenti d’Arte, Roma

    Osservazioni al microscopio ottico a luce polarizzata di fibre di tessuto di lino

    Foto di Consorzio CROMA-Conservazione e Restauro di Opere e Monumenti d’Arte, Roma

    Osservazioni al microscopio ottico in fluorescenza UV di un campione di pellicola pittorica caratterizzata da cromia rossa

    Foto di Consorzio CROMA-Conservazione e Restauro di Opere e Monumenti d’Arte, Roma

    Durante il restauro, riadesione dei sollevamenti di pellicola pittorica lungo i margini del coperchio del sarcofago di Unmontu

    Dopo
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    Dopo
    Foto di Consorzio CROMA-Conservazione e Restauro di Opere e Monumenti d’Arte, Roma

    Dopo il restauro, coperchio

    Foto di Consorzio CROMA-Conservazione e Restauro di Opere e Monumenti d’Arte, Roma

    Dopo il restauro, cassa

    Foto di Marco Ravenna

    Dopo il restauro, coperchio del sarcofago, particolare con il volto di Unmontu

    Foto di Marco Ravenna

    Dopo il restauro, coperchio del sarcofago, particolare con scena della pesatura del cuore del defunto

    Foto di Marco Ravenna

    Dopo il restauro, particolare del coperchio, particolare con la dea Nut ad ali spiegate

    Foto di Marco Ravenna

    Dopo il restauro, coperchio del sarcofago, particolare con il corpo del defunto riscaldato dal sole sul letto funebre

    Approfondimenti

    Restituzioni 2018. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2018 (guida cartacea)

    Restituzioni 2018

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2018 (PDF online)

    Scheda dal catalogo

    Altre opere dell'edizione

    pittura

    Pitture murali della tomba di Henib

    scultura

    Tre stele daunie dal territorio della Capitanata (Stele maschile con armi, Due stele con ornamenti)

    scultura

    Testa maschile barbata, cosiddetta “Testa di Basilea”

    ceramiche e porcellane

    Corredo funerario da Altamura

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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