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    Torna a Restituzioni 2011

    San Sebastiano

    Data: 1524 ca
    Artista: Giovanni di Niccolò Luteri, detto Dosso Dossi
    Nascita artista: Quistello 1473-1474
    Morte artista: Ferrara 1542
    Tecnica/Materiale: Olio su tavola
    Dimensioni: 183,6 x 94,5 x 2,6 cm
    Provenienza: Cremona, Chiesa della Santissima Annunciata
    Collocazione: Milano, Pinacoteca di Brera
    Edizione: Restituzioni 2011
    Autore scheda in catalogo: Emanuela Daffra
    Restauro: Barbara Ferriani, con la direzione di Emanuela Daffra (SBSAE Milano); Riflettografie: Duilio Bertani, Roberto Giuranna; Radiografie: Patrizia Mancinelli
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza, Pavia, Sondrio e Varese

    … Havendo nella loro chiesa un altare insigne dedicato al glorioso martire san Sebastiano di cui fanno la festa ogni anno con particolare devozione. (ASM, F. Rel 4571, filza A, fasc. V, n. 1)

    Scheda breve

    Protagonista della tavola è il sensuale corpo di san Sebastiano, posto in primo piano a figura intera, in  torsione e appena sfiorato da un morbido drappo verde dai bordi ricamati in oro. Alle sue spalle sulla sinistra, si affaccia, attraverso un’apertura ad arco, un vivido paesaggio naturale, coronato da una città fortificata, posta su un’altura e illuminata dal chiarore della luce che trafigge l’addensamento delle nubi. Sulla destra la scena è incorniciata da una massa lussureggiante di foglie di agrumi, appena mossa dal balenare delle luci che cadono sulle foglie. Luci che si riflettono anche sullo splendido brano in primo piano a sinistra, con l’armatura accanto alle le frecce conficcate a terra, qualificando dunque il santo come “soldato di Cristo”  e coraggioso martire.

     

     

    Il dipinto è giunto nella Pinacoteca di Brera nel 1808 dalla chiesa dall’Annunciata di Cremona, con un’attribuzione a Giorgione legata a una tradizione secentesca (Merula, 1627).  Attribuzione che si è mantenuta fino a Cavalcaselle, che lo assegna  a “uno de’ Dossi” (1871) e a Morelli (1897).

    Da allora l’attribuzione non fu più posta in discussione e il dibattito si è incentrato sulla cronologia, oscillante tra il secondo decennio del Cinquecento e la fine del quarto, per assestarsi infine al terzo, momento in cui sulla cultura veneziana e giorgionesca di Dosso si innestano le novità del lessico romano, stimolate dalla presenza di Giulio Romano a Mantova a partire dal 1524.

     

     

    Il dipinto, oggetto in passato di profonde puliture e di una notevole decurtazione in altezza, si presentava deprivato delle velature finali e fortemente ritoccato. Il colore inoltre, in corrispondenza della commettitura fra le due tavole del supporto tendeva a distaccarsi, lasciando intravedere la preparazione sottostante ed eraoffuscato da uno spesso strato di vernice ossidata e imbrunita sotto la qualie trasparivano patinatire e restauri alterati.

    E’ stato quindi necessario riassestare il supprorto, rettificando la commettitura tra le due tavole. Si è quindi deciso di procedere a una pulitura graduale e controllata, attraverso la rimozione dello strato di vernice e restauri più recente e alterato; è stata quindi ristabilita la corretta adesione delle stesure pittoriche al supporto grazie ad applicazioni localizzate di colla di coniglio concludendo l’intervento con la stuccatura delle lacune  e la reintegrazione pittorica, condotta velando puntualmente gli affiormanti delle stesure sottostanti.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Prima

    Prima del restauro, immagine RX

    Prima del restauro, immagine IR

    Prima del restauro

    Prima del restauro, particolare del volto a luce radente

    Prima del restauro, particolare del volto, immagine RX

    Durante
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Durante

    Durante il restauro, particolare delle gambe che evidenzia la presenza di sovrapposizioni

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    Video con le fasi del restauro

    Durante il restauro, prove di pulitura

    Durante il restauro, prove di pulitura con fluorescenza UV

    Durante il restauro, particolare del cielo

    Dopo
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Dopo

    Dopo il restauro

    Dopo il restauro, particolare del volto a luce normale

    Dopo il restauro, particolare del tronco

    Dopo il restauro, particolare dell’armatura

    Approfondimenti

    Restituzioni 2011

    Tesori d’arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Venezia 2011

    Il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico restaurato

    a cura di Marco Ciatti, Magnolia Scudieri, Firenze 2011

    Altre opere dell'edizione

    arredi e suppellettili

    Bronzetto raffigurante coppia abbracciata

    ceramiche e porcellane

    Cratere apulo a figure rosse

    Pittore di Baltimora (attribuito a)

    corredo funerario

    Corredo funerario tardo-etrusco

    scultura

    Coppia di ritratti

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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