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    Presepe

    Data: seconda metà del XVIII - primo quarto del XIX secolo
    Artista: Botteghe genovesi e napoletane
    Tecnica/Materiale: manichini lignei snodati, intagliati e parzialmente dipinti, occhi in pasta vitrea, abiti in tessuto (sculture di manifattura genovese); manichini in stoppa e filo di ferro snodati, teste in legno intagliato o terracotta dipinti e arti in legno intagliato e dipinto, occhi a vetrini dipinti, abiti in tessuto (sculture di manifattura napoletana); legno intagliato e dipinto, occhi in pasta vitrea (sculture raffiguranti animali: cavalli); legno intagliato e dipinto (sculture raffiguranti animali: elefante e cammello)
    Dimensioni: alt. compresa tra 18 e 47 cm ca (figure); alt. compresa tra 26 e 36 cm ca (sculture di animali)
    Provenienza: Cardè, chiesa parrocchiale di Santa Caterina
    Collocazione: Saluzzo, Palazzo dei Vescovi - Museo Diocesano di Arte Sacra (invv. BDH0150-BDH0187)
    Edizione: Restituzioni 2022
    Autore scheda in catalogo: Giulia Marocchi
    Restauro: Cesare Pagliero, Federica Schiffer
    Ente di Tutela: Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Alessandria, Asti e Cuneo

    Opera restaurata da Cesare Pagliero, Federica Schiffer con la direzione di Giulia Marocchi (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Alessandria, Asti e Cuneo)

    Scheda breve

    Il Presepe della chiesa parrocchiale di Santa Caterina di Cardè è composto da trentatré figure a manichino articolato con abiti in tessuto e cinque statuine di animali del corteo dei Magi interamente intagliate. Le possibilità di analisi ravvicinata offerte dal restauro hanno condotto a una corretta lettura dei manufatti, tra i quali è possibile distinguere sculture di manifattura genovese, napoletana e, in forma marginale, atesina. La presenza di elementi napoletani all’interno di un nucleo in maggior parte costituito da sculture genovesi riflette la diffusione e il pregio delle statuine presepiali partenopee nel contesto delle collezioni signorili liguri tra il XVII e il XVIII secolo: dieci figure, all’interno del Presepe, sono da ricondurre a tale ambito di produzione, rispondendo alla tradizionale tipologia a manichino mobile in fil di ferro e stoppa diffusasi a Napoli dalla metà del XVII secolo. Testine in terracotta e arti in legno – con la sola eccezione dell’anziana gozzuta, la più antica del gruppo, con testa e arti in legno – sono resi con vivace realismo; i piedi e le calzature, attentamente descritti, distinguono con evidenza queste statuine dal resto delle genovesi, tutte dotate di arti inferiori semplificati e ancorati a piccole basi in legno (non originali). Un ulteriore elemento distintivo è costituito dagli occhi delle figure: vitrei sia per le napoletane sia per le genovesi ma, nel primo caso, composti da minuscoli vetrini lenticolari con iridi dipinte all’interno con colori sfumati; nel secondo, formati con cornea in vetro soffiato e iride e pupilla in pasta di vetro, indistinguibili tra loro. All’interno del gruppo napoletano si individuano i pochi elementi di abbigliamento originali superstiti – tra cui quello dei paggi mori – del Presepe, andato purtroppo incontro a notevoli aggiornamenti e superfetazioni in tal senso.

    Alcuni scarti stilistici all’interno del gruppo di statuine di manifattura genovese permettono di ipotizzare la presenza di più nuclei, afferenti a diverse botteghe. Il più raffinato sul piano esecutivo, riconducibile a una mano evidentemente formata sugli esempi della produzione presepiale di Pasquale Navone (1746-1791), risulta essere composto da due giovani pastori e due dame, accomunati da un tipo di volto largo e squadrato, occhi dal taglio sottile e ciocche di capelli attentamente modellate; a un altro nucleo apparterrebbero invece le figure della Madonna e di san Giuseppe – purtroppo non accompagnate dal Bambino – e, probabilmente, i tre Magi, di cui il moro riflette il modello di paggio adattato a Mago del cosiddetto Presepe Aureo di Navone (collezione privata). La medesima fonte di ispirazione si riscontra nei tre bellissimi cavalli, fedeli agli esemplari rampante e al passo dell’illustre modello, mentre avulsi dal contesto genovese e forse opera di un intagliatore atesino sarebbero il cammello e l’elefante. La schiera dei personaggi canonici genovesi è infine completata da coppie di figure – i paggi, gli armigeri – e altre statuine appartenenti a botteghe distinte, ormai operanti ai primi del XIX secolo.

    Per quanto in attesa di conferme sul piano documentario, l’ipotesi più probabile circa la presenza del Presepe a Cardè è quella di una committenza da parte della famiglia feudataria dei Saluzzo Miolans Spinola e della successiva donazione a favore della parrocchiale o di qualche confraternita locale da parte della stessa.

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima
    Foto di S. Zanni

    Prima del restauro, veduta d’insieme

    Durante
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Durante
    Foto di Federica Schiffer

    Durante il restauro, anziana gozzuta

    Foto di Federica Schiffer

    Durante il restauro, giovane paggio

    Foto di Federica Schiffer

    Durante il restauro, mantello del Mago moro, distensione delle pieghe mediante vetrini

    Foto di Federica Schiffer

    Durante il restauro, Mago bianco giovane durante la rimozione delle paillettes non originali

    Foto di Federica Schiffer

    Durante il restauro, Mago bianco vecchio, evidenti rammendi con filato non idoneo

    Foto di Cesare Pagliero

    Durante il restauro, pastore prima del consolidamento dei tessuti

    Foto di Federica Schiffer

    Durante il restauro, posizionamento del supporto locale

    Foto di Giulia Marocchi

    Durante il restauro, figura di dama prima della sostituzione degli arti inferiori

    Foto di Federica Schiffer

    Durante il restauro, figura di dama dopo la sostituzione degli arti inferiori

    Foto di Cesare Pagliero

    Durante il restauro, interventi strutturali sulle giunzioni

    Foto di Cesare Pagliero

    Durante il restauro, integrazione a intaglio delle dita

    Foto di Cesare Pagliero

    Durante il restauro, stuccatura delle lacune

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    Durante il restauro

    Dopo
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    Dopo
    Foto di Cesare Pagliero

    Dopo il restauro, paggio moro

    Foto di Cesare Pagliero

    Dopo il restauro, figura di pastore

    Foto di Cesare Pagliero

    Dopo il restauro, veduta d’insieme

    Foto di Cesare Pagliero

    Dopo il restauro, Mago moro

    Foto di Cesare Pagliero

    Dopo il restauro, nucleo di quattro statuine genovesi

    Approfondimenti

    Restituzioni 2022. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (guida cartacea)

    Restituzioni 2022

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (PDF online)

    Scheda dal catalogo

    http://restituzioni.com
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