Le portantine per dama onna norimono sono caratteristiche del periodo Tokugawa (1615-1868), utilizzate principalmente per il trasporto delle spose durante il corteo nuziale e realizzate perciò in tempi abbastanza rapidi. Spesso le portantine facevano parte dei ricchi corredi in lacca, opera di illustri famiglie di laccatori, e rappresentavano la dote della sposa. La portantina presenta un abitacolo di forma rettangolare munito di tre finestre e chiuso da un tetto in parte apribile, sorretto da una lunga stanga adoperata per il trasporto a cui erano addetti sei uomini, tre davanti e tre dietro. È ornata esternamente con decori in lacca oro su fondo nero ottenuti con l’impiego di una sottile foglia d’oro. Un motivo ricorrente è rappresentato dallo stemma (mon) con fiore di prugno (ume) entro un cerchio disposto su vari registri e intervallato da crisantemi ed elementi vegetali a volute. Nel periodo Tokugawa il mon diventa un simbolo di autorità e viene utilizzato non solo dalla classe dei signori feudali, ma anche da gente comune, assumendo talvolta una funzione puramente decorativa. È difficile, perciò, in mancanza di documentazione certa, identificarne la provenienza. L’interno della portantina presenta differenti dipinti a colore su carta oro con un’iconografia di influenza cinese, con il tipico repertorio di fiori e uccelli, paesaggi, alberi, rocce. Ciascun elemento ha una funzione simbolica e rimanda a un programma codificato. La complessità decorativa e la natura multi-materica della tecnica esecutiva del manufatto hanno richiesto, in occasione del restauro per Restituzioni 2018, il contributo di diverse professionalità operanti in vari ambiti della conservazione dei beni culturali, quali il restauro di metalli e leghe, di supporti tessili, cartacei e lignei. Inoltre la caratteristica funzionale e decorativa di alcuni degli elementi strutturali ha fatto sì che l’intervento di restauro dovesse tener conto in primis della loro duplice natura. Lo stato di conservazione presentava degradi dovuti a danni antropici e a variazioni microclimatiche dei luoghi di conservazione, che avevano determinato cadute diffuse di porzioni di lacche su buona parte della superficie decorata. In questi casi il restauro si è posto l’obiettivo di conservare la materia dell’opera, andando a effettuare interventi puntuali di consolidamento e resa estetica secondo i criteri di compatibilità e reversibilità dei materiali impiegati. Al fine di migliorare la leggibilità del manufatto e del suo stato di conservazione, si è provveduto alla rimozione di un esteso intervento precedente che aveva riguardato la stesura di uno spesso strato di vernice su tutte le superfici decorate, offuscando la lucentezza delle lacche e dei metalli. I supporti tessili risultavano uniformemente ricoperti da depositi particellari, sia coerenti che non, i quali, oltre a irrigidire le fibre dei filati e indebolirli meccanicamente, oscuravano la lucentezza della seta e la resa cromatica delle tinte. Il restauro che li ha riguardati si è posto come obiettivo il mantenimento dell’omogeneità della tecnica di intervento effettuata e dei materiali impiegati. L’intervento sui dipinti su carta ha previsto la rimozione dei depositi di particellato seguita dal consolidamento puntuale delle porzioni di carta distaccate e della pellicola pittorica. Dove necessario si è ripristinata la continuità dei supporti mediante foderatura totale. Nella restituzione estetica delle decorazioni sia in lacca sia su carta e metalli si sono seguiti criteri di reversibilità e riconoscibilità degli interventi effettuati oltre che di compatibilità con i materiali originali. A sostegno e supporto delle scelte operative, durante le diverse fasi di restauro sono state fatte analisi conoscitive della tecnica esecutiva e dello stato di conservazione.
Restituzioni 2018. Guida alla mostra
a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2018 (guida cartacea)