Il polittico del battistero della cattedrale di Padova è tra le più alte testimonianze del fervido clima artistico e culturale che caratterizza la città nel Trecento, durante la signoria dei da Carrara.
Il tema principale raffigurato è la Vita di san Giovanni Battista. Centrale è la figura della Madonna con il Bambino, in asse con il Battesimo di Cristo, in alto, e la Pietà nel mezzo della predella.
Il racconto iconografico si articola su tre registri principali.
Nel registro superiore si alternano figure di Papi, nei pilastrini, e di Santi e Padri della Chiesa, negli scomparti. Le piccole cuspidi sommitali ospitano le raffigurazioni degli autori dei libri del Nuovo Testamento.
Il registro centrale, dedicato alla narrazione della vita del Battista, è suddiviso in dodici scene.
Nella predella sono raffigurati, a mezzo busto, alcuni Santi e Beati padovani. Agli estremi di questo registro, lo stemma dei da Carrara e quello dei Buzzacarini: le famiglie dei due committenti le cui spoglie mortali riposarono anticamente nel battistero, adibito a mausoleo per volere di Fina Buzzacarini, moglie di Francesco il Vecchio da Carrara.
Per le evidenti affinità con alcune scene affrescate, i cui soggetti sono in parte riproposti, la critica ritiene che il polittico sia stato dipinto da Giusto e la sua bottega per il battistero di Padova e sia coevo al ciclo di affreschi interno (1375-1378).
Oggi l’opera si presenta mutila di molti elementi della sontuosa cornice che andarono irrimediabilmente persi durante il furto del 1972.
Grazie a un disegno pubblicato dal Comino nel 1812 e dalle foto Alinari di inizio Novecento sappiamo che il polittico, oltre ad avere un’elaborata cornice, era sormontato da un alto pinnacolo ligneo, scomparso durante la seconda guerra mondiale.
La sua storia conservativa ricorda due principali interventi di restauro: il primo eseguito da Mauro Pellicioli nel 1947 e il secondo da Ottorino Nonfarmale nel 1972. L’attuale restauro ha permesso di riportare alla luce lo splendore della tavolozza di Giusto de’ Menabuoi, nel rispetto della complessa storia conservativa di quest’opera d’arte.