• SEGUICI SU
  •  
  •  
  •  
  •  
  • GALLERIE D’ITALIA
  • COPYRIGHT
  • CONTATTI
  • GALLERIE D’ITALIA
  • COPYRIGHT
  • CONTATTI
    • IL PROGETTO
    • LE EDIZIONI
    • LE PUBBLICAZIONI
    • VIDEO
    • Restituzioni
    • Restituzioni monumentali
    • Spin-Off
    Torna a Restituzioni 2016

    Pianeta detta ‘casula di Lanciano’

    Data: Inizi del XIV secolo (tessuto di fondo); primo decennio del XV secolo (croce figurata)
    Artista: Manifattura dell’Italia meridionale o atelier lucchese; manifattura dell’Italia meridionale
    Tecnica/Materiale: Lampasso a due trame lanciate in seta color azzurro e giallo chiaro, broccato con trame in oro membranaceo; velluto color rosso chiaro, cremisi, giallo, viola; lanciati in filato aureo membranaceo e in seta color verde chiaro, verde erba, viola, rosa tenue, giallo, bianco, arancio, grigio, nocciola; ricami a punto catenella; fodera in filato di lino
    Dimensioni: alt. 135 cm (recto), alt. 136 cm (verso), largh. 89 cm (tessuto di fondo); 136,5 × 32,5 (croce figurata)
    Provenienza: Lanciano (Chieti), chiesa di San Giovanni Battista, torre della Candelora (già campanile)
    Collocazione: Lanciano (Chieti), Museo Diocesano
    Edizione: Restituzioni 2016
    Autore scheda in catalogo: Giovanni Villano
    Restauro: Tiziana Benzi (Studio restauro conservazione tessile, Piacenza) con la direzione di Lucia Arbace
    Ente di Tutela: Polo Museale dell'Abruzzo; Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della città dell'Aquila e dei comuni del Cratere; Soprintendenza unica Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città dell'Aquila e dei comuni del Cratere

    Opera restaurata da Tiziana Benzi  (Studio restauro conservazione tessile, Piacenza) con la direzione di Lucia Arbace

    Scheda breve

    Il prezioso manufatto tessile medievale, che trova in questa sede la sua presentazione, fu scoperto in modo del tutto casuale a Lanciano in provincia di Chieti nel gennaio 2014, occultato all’interno di un foro del paramento interno della torre detta ‘della Candelora’, un tempo antico campanile della chiesa di San Giovanni Battista demolita nel 1948 a seguito di interventi di sistemazione urbanistica di alcune zone del centro storico.

    La veste liturgica, identificata come casula, si presenta invece nella tipica foggia della pianeta ‘romana’, conosciuta in Italia fin dal Medioevo come evoluzione della poenula a campana: più corta ai lati, meno maestosa, piu comoda e pratica, come attestano peraltro non solo la forma ma anche il particolare e agevole taglio delle spalle. Confezionato presumibilmente intorno alla meta del XV secolo, l’indumento sacerdotale utilizza tuttavia materiali tessili di reimpiego piu antichi: un sontuoso e sfavillante tessuto del XIV secolo e una croce figurata a ricamo recuperata dalla scomposizione di un paliotto o dalla bordura di un piviale, risalente al primo decennio del XV secolo.

    Di notevole interesse e soprattutto il raro lampasso a due trame lanciate, broccato, di colore azzurro (originariamente blu indaco) e giallo chiaro, nato quasi certamente come tessuto profano per una committenza di elevatissimo rango. Il motivo decorativo a bande orizzontali presenta nella balza principale un tralcio d’acanto che si piega in due sinuosi girali. In quello inferiore un cerbiatto, spolinato d’oro, tenta di divincolarsi dagli arbusti in cui si e impigliato mentre un cane da caccia, all’esterno, e in appostamento dell’animale selvatico. La balza inferiore, piu piccola, e ornata da dischi con una scritta calligrafica cufica alternati a un rapace identificato con un’aquila o un falcone. Sul retro dell’abito e collocata, invece, la croce figurata costituita da una striscia di lino dove sono stati ricamati a punto catenella con filati in oro membranaceo e sete policrome dodici busti di santi, apostoli e profeti entro cornici polilobate.

    Le ricerche, ancora in corso, presso l’archivio storico diocesano di Lanciano, non hanno consentito di recuperare – per il momento – ulteriori informazioni sulle vicende storiche del manufatto tessile. Uno dei più antichi inventari della chiesa di San Giovanni Battista, stilato nel 1600, non fa menzione del paramento sacro. Tra i numerosi arredi, infatti, vengono elencati: ≪[…], due croci grosse c[um] statuette d’arg[ento] indorato n. 2, uno calice grosso c[um] statuette et altri lavori antichi c[um] la sua patena similm[ente] grande d’arg[ento] finiss[i]mo, […], una pianeta di mezzo damasco bianco e rossa nova, un’altra pianeta bianco di damasco usata, una pianeta di velluto rosso usata, una verde di damasco usata, un’altra violacea di mezzo raso, un’altra negra nova di moccaiole, […], un parato a Sant’Anna pittato, due parati per l’altare maggiore pittati, […]≫ (Archivio Storico Diocesano di Lanciano, Parrocchie e Chiese, San Giovanni Battista, V E, fasc. 2, Nota di stabili e censi della Parrocchial Chiesa di S[an] Gio[vanni] B[attista], f. 4). Come si vede, nell’inventario non vi e alcuna traccia della pianeta che, per il suo inusuale colore azzurro-blu, era riservata esclusivamente alle feste mariane, all’Ascensione del Signore e alla solennita di Tutti i Santi: segno evidente che gia agli inizi del XVII secolo l’antico tessile non figurava piu nella dotazione della sagrestia, dismesso, non solo per le precarie condizioni strutturali ma, soprattutto, perchè fuori moda e non più in linea con le direttive espresse dalla Riforma cattolica in materia di liturgia e di suppellettile sacra.

    Grazie al meticoloso e prudente restauro, eseguito da Tiziana Benzi dello Studio restauro conservazione tessile di Piacenza, sotto la direzione di Lucia Arbace, la veste liturgica, recuperata in uno stato di conservazione davvero precario, ha riguadagnato la sua consistenza materica e l’originale, aulico splendore, offuscato dal tempo. Nuovamente leggibile nella raffinatezza dei disegni, nelle strepitose vibrazioni delle sete, nelle intensita delle trame d’oro, nell’originalita dei ricami, la pianeta di Lanciano si pone come una delle scoperte più interessanti e suggestive degli ultimi anni nell’ambito delle arti tessili medievali.

    Giovanni Villano

    Le fasi del restauro

    Prima
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Prima

    Prima del restauro, recto e verso

    Prima del restauro, fibre del lampasso al microscopio prima delle microaspiratura

    Prima del restauro, particolare del lampasso

    Prima, particolare della croce con san Giacomo

    Durante
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Durante

    Durante il restauro, fibre del lampasso al microscopio dopo la microaspiratura

    Durante il restauro, particolare del lampasso, studio delle polveri campionate

    Durante il restauro, particolare del lampasso, lavaggio ad estrazione

    Durante il restauro, particolare del lampasso, reinserimento delle toppe in drittofilo

    Durante il restauro, particolare del lampasso

    Dopo
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Dopo

    Dopo il restauro, verso

    Dopo il restauro, recto

    Dopo il restauro, particolare del lampasso

    Dopo il restauro, particolare della croce con san Giacomo

    Approfondimenti

    Restituzioni 2016

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (PDF online)

    Restituzioni 2016. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (guida cartacea)

    Scheda storico-artistica dal catalogo

    Relazione di restauro

    Altre opere dell'edizione

    scultura

    Statua naofora di Amenmes e Reshpu

    scultura

    Bronzetti egizi da collezione

    corredo funerario

    Manufatti metallici

    scultura

    Giovane cavaliere (Dioscuro?) sorretto da una sfinge, detto ‘Cavaliere Marafioti’

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
    Dichiarazione di accessibilità Privacy policy INTESA SANPAOLO