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    Pace

    Data: Fine del XV - inizi del XVI secolo (?)
    Artista: Galeazzo Mondella, detto il Moderno (?) (Verona 1467 - Roma ante 1528); Bottega lombarda
    Morte artista: Roma ante 1528
    Tecnica/Materiale: Argento fuso parzialmente dorato, smalto traslucido blu con lumeggiature oro su lamina d’argento, madreperla, materiale rosato non identificato, avorio, argento, lamina di rame, bronzo dorato
    Dimensioni: 23,4 × 12,8 cm
    Provenienza: Mantova, Duomo
    Collocazione: Mantova, Museo Diocesano Francesco Gonzaga
    Edizione: Restituzioni 2013
    Autore scheda in catalogo: Paola Venturelli
    Restauro: Lucia Miazzo, con la direzione di Giuseppina Marti (SBSAE Mantova)
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Mantova, Brescia e Cremona

    Opera restaurata da Lucia Miazzo con la direzione di Giuseppina Marti (SBSAE Mantova)

    Scheda breve

    Originariamente nel Duomo di Mantova, la pace presenta l’immagine in argento fuso dorato del Cristo morto sorretto dalla Vergine, san Giovanni e un angelo, che si staglia su una placchetta d’argento smaltata. La scena è racchiusa in un’edicola con arco a tutto sesto, formata da inserti in madreperla lavorata a bassorilievo e niellati. Cammei bianchi ornano la mensola, le paraste, la trabeazione (con al centro una gemma rossa) e il timpano mistilineo, mentre un materiale rosato campisce lo spazio tra l’arco a tutto sesto e la trabeazione. La crocetta apicale e i peducci non sono pertinenti al prodotto originale, così come la presa sagomata d’argento; il cornicione superiore è lacunoso. La pace è chiusa da una placca d’avorio in cui è incisa la data «1513».

     

    Se nell’impaginazione si rilevano echi delle pale mantegnesche e della facciata albertiana della mantovana chiesa di Sant’Andrea, la parte figurata va connessa con una placchetta assegnata al Moderno, misterioso autore la cui identità non è ancora stata svelata. Il Moderno mise a punto la scena che distingue la pace mantovana nel contesto figurativo della Lombardia di Ludovico Sforza detto il Moro sicuramente ante 1502, poiché la Pietà risulta citata dal bresciano Stefano Lamberti alla sommità della grande ancona eseguita per il San Francesco di Brescia, datata 1502. L’indagine archivistica segnala la prima menzione della pace in un inventario del 1529, tra gli oggetti pertinenti alla cappella «della Madonna di voti», di fatto una chiesa distinta all’interno della cattedrale, che ebbe importante ruolo politico e religioso nella vita della corte gonzaghesca, particolarmente negli anni del marchese Francesco II Gonzaga. La lettura dei documenti rivela peraltro l’esistenza di perdute perle, di parti in corallo e di uno scudetto nella sommità e che, con tutta probabilità, l’attuale edicola, da ascrivere pienamente a manifattura lombarda, ospitava una diversa immagine. Inoltre, data la presenza sulle due paraste di cammei con i busti affrontati di un giovane e di una giovane, delle perle e della gemma rossa (tipici dei manufatti preziosi a destinazione nuziale), non si può escludere che la pace sia stata commissionata in occasione di un matrimonio, forse da un personaggio legato alla corte di Isabella d’Este e del marito Francesco II Gonzaga.

     

    Paola Venturelli

     

     

    Foto fronte, prima e dopo restauro: Foto Jasevoli

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima

    Prima del restauro

    Durante
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    Durante

    Durante il restauro, interno, fase di smontaggio

    Durante il restauro, fronte, particolare dell’interno; saldatura del bordo alla lastra di rame, in primo piano il materiale ‘gessoso’ ed uno dei perni filettati dell’ultimo assemblaggio, sulla sinistra un pernetto in ferro

    Durante il restauro, fronte, particolare dell’effetto ‘niellatura’ sulla madreperla chiara

    Durante il restauro, retro, particolare dell’interno della lastra d’avorio

    Durante il restauro, fronte, particolare del bordo interno dello smalto in parte inglobato nel materiale ‘gessoso

    Durante il restauro, fronte, particolare del bordo esterno dello smalto: si nota la mancanza del bordo risparmiato di costruzione

    Durante il restauro, fronte, particolare del riempitivo rosato (forse parkesina)

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni 2013

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2013

    Restituzioni 2013. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2013

    Scheda storico-artistica dal catalogo

    Relazione di restauro

    Altre opere dell'edizione

    corredo funerario

    Sarcofago antropoide di Mes-Isis o Figlio di Isis; cartonnage di mummia

    ceramiche e porcellane

    Collezione di ceramiche

    corredo funerario

    Stele daunia maschile con armi

    corredo funerario

    Corredo funerario

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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