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    Martirio di san Pantaleone e san Giorgio e il drago

    Data: 1782
    Artista: Gaetano Gandolfi
    Nascita artista: San Matteo della Decima, ora San Giovanni in Persiceto, Bologna, 1734
    Morte artista: Bologna, 1802
    Tecnica/Materiale: Tempera su tela
    Dimensioni: 332 × 209 cm
    Provenienza: Napoli, Monumento Nazionale dei Girolamini, chiesa, cappella dei Santi Pantaleone e Giorgio
    Collocazione: Napoli, Monumento Nazionale dei Girolamini, chiesa, cappella dei Santi Pantaleone e Giorgio
    Edizione: Restituzioni 2016
    Autore scheda in catalogo: Giuseppe Porzio, Sergio Liguori
    Restauro: Alfa Restauri s.n.c. di Simone Colalucci & C. con la direzione di Sergio Liguori
    Ente di Tutela: Polo Museale della Campania

    Opera restaurata da Alfa Restauri s.n.c. di Simone Colalucci & C. con la direzione di Sergio Liguori

    Scheda breve

    Il dipinto, posto sul primo altare a sinistra dell’ingresso dell’Oratorio dei Girolamini, raffigura in un’unica scena la decapitazione di san Pantaleone e la più familiare lotta di san Giorgio contro il drago. Dal punto di vista compositivo, tale schema, del tutto originale, appare come una traduzione in chiave sacra dell’iconografia classica di Perseo che libera Andromeda (Ov. Met., IV, 663-752) e della sua variante rinascimentale con Ruggiero che salva Angelica, tratta dal canto decimo dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e ispirata allo stesso testo ovidiano. Gli scrittori ottocenteschi spiegano la singolare cointitolazione dell’altare a Pantaleone e a Giorgio, entrambi martirizzati a Nicomedia al principio del IV secolo, con la memoria di due chiese dedicate ai medesimi santi, abbattute per far largo al complesso filippino. Non è inoltre da trascurare come Pantaleone fosse particolarmente venerato anche a Santa Maria in Vallicella a Roma, ovvero nella chiesa madre della congregazione oratoriana, che del martire orientale conserva tuttora la prodigiosa reliquia del sangue. La pala, per unanime consenso della critica, si pone tra i vertici della maturità di Gaetano Gandolfi, tra le figure più alte del Settecento pittorico italiano. Secondo quanto testimoniato dalle fonti e confermato dal restauro, che ne ha rivelato la firma e la data, il quadro dovette essere compiuto a Bologna entro l’ottobre del 1782; si tratta dunque di uno dei primi lavori eseguiti dall’artista, ormai protagonista dell’ambiente felsineo, dopo la morte del fratello maggiore Ubaldo; pur restando eccezionale nel patrimonio artistico meridionale, la presenza della pala ai Girolamini risulta coerente con la tradizione di gusto filo-emiliano che ne caratterizza la decorazione pittorica, rappresentata – com’è noto – da cospicui esempi della produzione di Guido Reni e di Giovan Francesco Gessi. Del dipinto è noto un fedele modelletto preparatorio in collezione privata.

    Giuseppe Porzio, Sergio Liguori

    Le fasi del restauro

    Prima
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    Prima

    Prima del restauro, particolare con il volto di san Giorgio

    Prima del restauro, telaio originale

    Prima del restauro, particolare con san Pantaleone

    Prima del restauro

    Prima del restauro, particolare con san Pantaleone

    Durante
    Durante

    Durante il restauro, particolare del volto di uno degli astanti del martirio, prova di pulitura

    Durante il restauro, particolare con il piede di san Pantaleone e la zampa del drago, prova di pulitura

    Durante il restauro, particolare con la firma e la data, pulitura

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Dopo il restauro, particolare con san Pantaleone

    Dopo il restauro, particolare con la firma e la data e gli attributi di san Pantaleone

    Approfondimenti

    Restituzioni 2016

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (PDF online)

    Restituzioni 2016. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (guida cartacea)

    Scheda storico-artistica dal catalogo

    Relazione di restauro

    Altre opere dell'edizione

    scultura

    Statua naofora di Amenmes e Reshpu

    scultura

    Bronzetti egizi da collezione

    corredo funerario

    Manufatti metallici

    scultura

    Giovane cavaliere (Dioscuro?) sorretto da una sfinge, detto ‘Cavaliere Marafioti’

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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