• SEGUICI SU
  •  
  •  
  •  
  •  
  • GALLERIE D’ITALIA
  • COPYRIGHT
  • CONTATTI
  • GALLERIE D’ITALIA
  • COPYRIGHT
  • CONTATTI
    • IL PROGETTO
    • LE EDIZIONI
    • LE PUBBLICAZIONI
    • VIDEO
    • Restituzioni
    • Restituzioni monumentali
    • Spin-Off
    Torna a Restituzioni 2004

    Madonna del Carmelo

    Data: ante 1442
    Artista: Ambito di Michele Giambono
    Tecnica/Materiale: Tempera su tavola
    Dimensioni: 49,2 x 71 cm ca
    Provenienza: Venezia, Isola di Santa Maria di Nazareth (Lazzaretto vecchio)
    Collocazione: Diocesi di Venezia
    Edizione: Restituzioni 2004
    Autore scheda in catalogo: Emanuela Zucchetta
    Restauro: AR e C di Arlango Egidio
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Architettonici, per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico di Venezia e Laguna

    Pianta verginale da cui il Cristo, scala celeste, è stato formato, secondo la carne, dallo Spirito. (Severo di Antiochia) Il mistero della purezza di Maria, mediatrice fra Dio e gli uomini, è qui celebrato con perfetto equilibrio, fra linguaggio della tradizione tardogotica e le esigenze della nuova devozione moderna.

    Scheda breve

    Al centro della preziosa tavola è l’antico tema bizantino della Vergine che siede sopra l’albero di Jesse, qui rappresentato come un melograno che nasconde tra i suoi frutti il ritratto a mezzo busto dei profeti, ciascuno accompagnato dal relativo cartiglio.

    La Vergine appare in tutta la sua maestosità, tra il fulgore dorato della veste ricamata e la luminosa mandorla nel suo grembo, dove è racchiuso Cristo Bambino, secondo l’arcaica iconografia dell’Immacolata Concezione. Il tema si contamina con l’altro, altrettanto celebre, dell’Incoronazione della Vergine: nello sfavillare degli ori, Dio Padre scende dall’alto con una sontuosa corona finemente lavorata, che fa di Maria una gloriosa Regina dei Cieli.

     

     

    Il piccolo quadro devozionale, custodito nella chiesa degli Scalzi a Venezia, si trovava inizialmente nel convento degli Eremitani agostiniani nell’Isola di Santa Maria di Nazareth della città lagunare. Il convento fu abbandonato nel 1423 per ospitare il lazzaretto degli appestati: la data dunque costituisce un importante riferimento per collocare cronologicamente l’opera, che è stata quindi realizzata prima.

    Per quanto riguarda invece l’attribuzione, la critica si è divisa su diverse posizioni: da Carlo Crivelli a Jacobello del Fiore e infine Michele Giambono. La questione può dirsi ancora aperta, anche se nell’opera è possibile riconoscere diverse matrici culturali: l’intenso decorativismo alla Jacobello del Fiore; l’enfasi monumentale che richiama Nicolò di Pietro; il minuto calligrafismo di derivazione nordica; ma soprattutto un’indiscussa atmosfera bizantineggiante, visibile  nell’impostazione frontale e ieratica della Vergine, unita a retaggi ancora trecenteschi, presenti in particolare nel panneggio delineato con tratti larghi e pesanti, quasi appiattito in superficie. Considerate le diverse influenze artistiche, non è ancora possibile parlare di un’attribuzione definitiva, anche se non è da escludere, e anzi appare fondata, l’ipotesi di un Michele Giambono in fase di incertezza ed estrema sperimentazione linguistica.

     

     

    Il restauro realizzato ha evidenziato i numerosi interventi del passato, determinanti per l’assetto e per l’iconografia dell’immagine, rendendo di fatto obbligate le scelte conservative attuali.

    Un intervento secentesco ha trasformato l’originaria Madonna del Melograno in Madonna del Carmelo, grazie all’aggiunta dei simboli dell’ordine e la scritta (alla base dell’albero) “DECOR CARMELI”, tuttora visibile, anche se in ridipintura novecentesca, lasciata in rispetto della storia dell’opera. Sono state individuate anche altre ridipinture: una relativa al fondo blu e alla veste della Vergine (di fine Settecento o inizio Ottocento) e una novecentesca.

    Consolidato il colore e la doratura, resi instabili da problemi del supporto (attacco di insetti xilofagi e sollevamenti), l’intervento è proceduto con operazioni di pulitura (eliminazione delle vernici più recenti e dei ritocchi a olio alterati) e con la ricucitura delle zone abrase. Si è invece esclusa l’eliminazione delle ridipinture più ampie poiché la perdita della testimonianza storica non sarebbe stata compensata dal recupero degli originali valori cromatici e spaziali.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Durante
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Durante

    Durante il restauro, particolare

    Durante il restauro, particolare

    Velinature effettuate nel 1991

    Durante il restauro, particolare

    Durante il restauro, particolare

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni 2004

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Vicenza 2004

    Altre opere dell'edizione

    glittica

    Gruppo di quattordici gemme e un vetro dorato

    scultura

    Stele funeraria di Lisandra

    scultura

    Statua di Gigante anguipede

    scultura

    Statua di Gigante anguipede alato

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
    Dichiarazione di accessibilità Privacy policy INTESA SANPAOLO