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    Madonna con il Bambino in Trono, angeli, san Benedetto da Norcia e un monaco benedettino

    Data: Secondo decennio del XVI secolo
    Artista: Girolamo Tessari, detto Dal Santo
    Nascita artista: Padova, notizie dal 1509 al 1561
    Tecnica/Materiale: Olio su tela
    Dimensioni: 93,5 x 219,5 cm
    Provenienza: Dall’ambito del monastero benedettino di Santa Giustina di Padova
    Collocazione: Milano, Museo Poldi Pezzoli (inv. 1581)
    Edizione: Restituzioni 2002
    Autore scheda in catalogo: Giorgio Fossaluzza
    Restauro: Carlotta Beccaria
    Ente di Tutela: Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico per le province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Pavia, Sondrio, Varese

    Il singolare “paesaggio moralizzato”, cosparso di simboli e abitato da santi del calibro di Girolamo e Benedetto, è il vero protagonista del dipinto di Girolamo Dal Santo: memore della tradizione fiamminga, l’artista offre allo spettatore un percorso visivo che rispecchia la pratica dell’orazione mentale figurata.

    Scheda breve

    Protagonista del dipinto è la Vergine con il Bambino, comodamente assestata su un alto seggio marmoreo immerso in un paesaggio naturale. Due angioletti le fanno scendere una corona sui lunghi boccoli biondi, qualificandola Regina dei cieli. Alla base del trono, san Benedetto, con il pastorale e l’abito monastico nero, presenta alla Vergine un giovane monaco dello stesso ordine, inginocchiato e a mani giunte.
    Il paesaggio è costellato di riferimenti simbolici mariani e cristologici, come ad esempio la coppia di conigli in primo piano, che allude alla sconfitta della lussuria e quindi al trionfo di purezza e castità. Ma anche la catena di montagne azzurrine che si staglia contro il cielo addensato di nuvole; la città inviolata; la roccia fortificata: un’intera gamma di riferimenti al repertorio innografico mariano.
    Nello sfondo troviamo inoltre un pendant di storie: a sinistra Gerolamo penitente nel proprio eremo di rocce selvagge e a destra Benedetto che si getta nudo fra i rovi per vincere la tentazione a un ritorno alla vita secolare. A suggellare il significato simbolico del testo figurativo è la sentenza composta dal piccolo angelo seduto nel gradino del trono mariano, secondo la quale nulla è più dolce della memoria del tempo ben speso.

     

     

    La storia critica del dipinto è stata caratterizzata da una complessa questione attributiva, che ha coinvolto i nomi di diversi artisti: da Moretto a Romanino, da Girolamo Dal Santo a Callisto Piazza fino a più generiche etichette quali l’anonimo “imitatore del Foppa e dei Bellini”.
    Grazie a Giuseppe Fiocco (1926-27) il problema filologico è stato riaperto, con nuove motivazioni a sostegno del maestro bresciano Girolamo Dal Santo.
    Tale paternità non è stata accettata unanimemente dalla critica, anche se ha trovato importanti conferme in Mauro Lucco, Mauro Natale ed Enrico M. Dal Pozzolo. Alcuni dettagli stilistici farebbero infatti pensare a un momento di importante maturazione artistica di Dal Santo, legato al suo soggiorno padovano nel secondo decennio del Cinquecento. In particolare, sono state rilevati alcuni aspetti iconografici che presuppongono il contesto culturale benedettino del monastero di Santa Giustina dove l’artista aveva operato.

     

     

    Una prima fase del restauro ha riguardato la rimozione di alcune vernici fortemente ingiallite, mettendo in luce la squillante luminosità cromatica della superficie. Si è poi proceduto con l’eliminazione di alcuni pigmenti pittorici ossidati e delle ridipinture e integrazioni alterate, eseguite su una velatura a stucco in occasione di un restauro ottocentesco.
    L’intervento conservativo ha dunque consentito il recupero di una corretta lettura dei valori cromatici, ma anche di un migliorata lettura iconografica, grazie all’eliminazione di alcune pesanti aggiunte (il bordo dorato nella veste della Vergine; le aureole della Vergine e del giovane monaco) e al ripristino del secondo coniglio che risultava coperto dalla velatura.

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    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima

    Prima del restauro

    Durante
    Durante

    Particolare durante il restauro

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro, particolare

    Dopo il restauro

    Dopo il restauro, particolare

    Approfondimenti

    Restituzioni 2002

    Capolavori restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Vicenza 2002

    Altre opere dell'edizione

    scultura

    Statuetta e testa di Atena

    scultura

    Rilievo votivo a Cibele e Attis

    corredo funerario

    Elementi ornamentali dai corredi di varie tombe celtiche

    corredo funerario

    Due corredi funerari di epoca romana

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