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    Torna a Restituzioni 2011

    Madonna col Bambino e angeli musicanti

    Data: Seconda metà del primo decennio del XVI secolo
    Artista: Bernardino Zaganelli
    Nascita artista: Cotignola, documentato dal 1495
    Morte artista: Imola 1519
    Tecnica/Materiale: Olio su tavola
    Dimensioni: 175 x 105 cm
    Provenienza: Stefano Bardini, Firenze; collezione Giorgio Franchetti (dal 1902); lascito Franchetti (1916; n. 105)
    Collocazione: Venezia, Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'Oro (cat. d. 114)
    Edizione: Restituzioni 2011
    Autore scheda in catalogo: Claudia Cremonini
    Restauro: Erika Bianchini, con la direzione di Claudia Cremonini (SSPSAE e per il Polo Museale della Città di Venezia)
    Ente di Tutela: Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Venezia e dei Comuni della Gronda Lagunare

    E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. (Giovanni 1, 14) L’opera traduce in immagine, secondo una delicata interpretazione artistica, il misterioso dogma dell’Incarnazione divina.

    Scheda breve

    La Vergine Maria, rappresentata a figura intera, con il Bambino fra le braccia, si staglia contro un cielo chiaro, dalla luce nitida, popolato da una corona di putti, disposti a semicerchio attorno alle sottili aureole di Madre e Figlio. La Vergine, simbolicamente incoronata Regina dei cieli, inclina con dolcezza il capo verso il Bambino, con espressione assorta e soave, come sublimata dal suono celeste dei due angeli musicanti che contemplano la scena in primo piano. Alle spalle del gruppo un muretto sbrecciato, con cespugli di vegetazione tra le pietre, separa la sacra visione dallo sfondo naturale, con il fluire del fiume che lambisce una città turrita e si perde in lontananza verso il profilo azzurro delle colline. L’immagine fonde così, armonicamente, simbologia e naturalismo, celando la sottile trama di valori simbolici sotto il velo di un paesaggio liricamente interpretato.

     

     

    Il soggetto, una colta meditazione sul tema dell’Incarnazione del Verbo, raccoglie una fitta trama di suggestioni iconografiche, di chiara matrice spirituale: dal motivo della colonna, associata a Maria, desunto dal repertorio degli inni sacri, all’ambientazione della scena sacra in un paesaggio “moralizzato”, cioè intessuto di simbologie cristiane, secondo i più aggiornati canoni della pittura devozionale cinquecentesca.

    Opera di grande raffinatezza, dai colori limpidi e brillanti, la tavola è ora concordemente assegnata a Bernardino Zaganelli. Tale attribuzione ha tardato ad affermarsi, generando una complessa vicenda critica, che ha visto intrecciarsi i nomi dei tre più noti artisti originari di Cotignola – i due fratelli Francesco e Bernardino Zaganelli e il più giovane allievo Girolamo Marchesi – cui la pala è stata alternamente assegnata, fino al 1965 quando venne definitivamente ricondotta da Renato Roli alla mano di Bernardino, negli anni intorno al 1506-1507, sulla scorta di affinità con il coevo San Sebastiano della National Gallery di Londra firmato dal solo artista, realizzato per la chiesa del Carmine di Pavia.

     

     

    La lettura dell’opera risultava compromessa da un film bruno giallastro, costituito da depositi di polveri e da una vernice ossidata, nonché dalla presenza di ridipinture alterate. A peggiorare la situazione era inoltre la rigidità della struttura di contenimento applicata sul retro del supporto (parchettatura), da subito eliminata con il restauro e sostituita con un nuovo telaio di contenimento.

    Ovviato il problema del supporto, si sono rese necessarie le operazioni di pulitura della superficie pittorica, con un intervento diversificato. E’ quindi seguita la stuccatura delle lacune e un’equilibrata reintegrazione pittorica. La pellicola pittorica è stata infine protetta con un film leggero e continuo di vernice sintetica applicata a pennello durante le fasi intermedie e per nebulizzazione al termine dell’intervento.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima

    Prima del restauro

    Prima del restauro, particolare a luce radente di un cherubino

    Durante
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    Durante

    Durante il restauro, particolare dell’angelo di sinistra

    Durante il restauro, particolare della Vergine col Bambino, fluorescenza UV

    Durante il restauro, particolare di un putto, fluorescenza UV

    Retro, la parchettatura prima della rimozione

    Retro, il nuovo telaio

    Durante il restauro, particolare del paesaggio, tassello di pulitura

    Durante il restauro, particolare del paesaggio, riflettografia

    Dopo
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Dopo

    Dopo il restauro

    Dopo il restauro, particolare del paesaggio

    Dopo il restauro, particolare della Vergine col Bambino e paesaggio

    Dopo il restauro, particolare dell’angelo di sinistra

    Dopo il restauro, particolare dell’angelo di destra

    Dopo il restauro, particolare della veste dell’angelo di sinistra

    Dopo il restauro, particolare della veste dell’angelo di destra

    Approfondimenti

    Restituzioni 2011

    Tesori d’arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Venezia 2011

    Il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico restaurato

    a cura di Marco Ciatti, Magnolia Scudieri, Firenze 2011

    Altre opere dell'edizione

    arredi e suppellettili

    Bronzetto raffigurante coppia abbracciata

    ceramiche e porcellane

    Cratere apulo a figure rosse

    Pittore di Baltimora (attribuito a)

    corredo funerario

    Corredo funerario tardo-etrusco

    scultura

    Coppia di ritratti

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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