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    Lapidazione di santo Stefano

    Data: 1550 ca (?)
    Artista: Maestro della marca geometrica, su cartone di Raffaello Sanzio
    Tecnica/Materiale: Arazzo in lana e seta
    Dimensioni: 495 x 581 cm
    Provenienza: Bruxelles (fino al 1552 ca); Mantova, Ercole Gonzaga (dal 1152 ca al 1563); Mantova, Guglielmo Gonzaga (dal 1563 al 1569); Mantova, Santa Barbara (dal 1569 al 1776); Mantova, Palazzo Ducale (dal 1776 al 1866); [Vienna] Schönbrunn (dal 1866 al 1919); Mantova, Palazzo Ducale (dal 1919)
    Collocazione: Mantova, Museo di Palazzo Ducale (inventario statale 48)
    Edizione: Restituzioni 2011
    Autore scheda in catalogo: Stefano L'Occaso
    Restauro: Giordano Passarella, con la direzione di Stefano L'Occaso (SBSAE Mantova)
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Brescia, Cremona e Mantova

    Essi, udendo queste cose, fremevano di rabbia in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui. Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra, e disse: “Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell’uomo in piedi alla destra di Dio”. Ma essi, gettando grida altissime, si turarono gli orecchi e si avventarono tutti insieme sopra di lui; e, cacciatolo fuori dalla città, lo lapidarono. (Atti degli Apostoli)

    Scheda breve

    Il diacono Stefano, inginocchiato per terra con le braccia spalancate e la tunica rosso chiaro, appare assorto nella visione dei cieli aperti, con l’irruzione di Cristo e Dio Padre in alto a destra. Lo circondano i suoi aguzzini, intenti a sollevare e scagliare con forza le pietre contro di lui. Le vesti del martire sono deposte ai piedi del giovane Saulo, seduto sulla destra e non ancora convertito alla fede. Sullo sfondo, a sinistra è la città di Gerusalemme, dove Stefano proclamò il suo discorso e il suo credo. Nelle bordure verticali sono rappresentate, in entrambe e specularmente, le Arti del trivio, mentre in quella orizzontale sono quattro Virtù cardinali: da sinistra a destra, la Carità, con il cuore ardente, la Fortezza, la Temperanza e la Diligenza.

     

     

    L’arazzo proviene da una serie di nove pezzi commissionati dal cardinale Ercole Gonzaga, entro il 1557, tessuti su cartoni di Raffaello e ora raccolti a Palazzo Ducale a Mantova.
    Raffaello preparò nel 1514-1516 per papa Leone X dieci cartoni, inviati a Bruxelles dove Pieter van Aelst ne trasse gli arazzi destinati alla Cappella Sistina; i cartoni rimasero nelle Fiandre e furono adoperati per la tessitura di ulteriori serie, da cui deriva il nostro arazzo. Il ciclo, tratto dagli Atti degli Apostoli e destinato al Duomo di Mantova, fu trasferito in Palazzo Ducale nel Settecento, occasione in cui vennero effettuati dei restauri. Fatta eccezione di una parentesi tra 1866 e 1919, quando la serie fu portata dagli Asburgo in Austria, gli arazzi sono sempre rimasti nella sede di Palazzo Ducale. Nell’opera è presente una marca, la cosiddetta marca geometrica, leggibile come una doppia “AL” o doppia “VL”, assegnata nel tempo a vari arazzieri e oggi sciolta come il “Maestro della marca Geometrica”, probabilmente un tessitore attivo a Bruxelles attorno al sesto decennio del secolo e forse collaboratore di Van Tieghem e Ghieteels. Lo confermerebbe lo stile dell’arazzo, distante dalle invenzioni raffaellesche e di gusto decisamente nordico.

     

     

    L’intervento di restauro è stato preparato da analisi scientifiche, un grafico di degrado, un grafico dei precedenti interventi di restauro e una prima documentazione fotografica.
    È stata dapprima effettuata l’aspirazione dell’intera superficie tramite aspiratore, per eliminare la polvere, e si è quindi proceduto con la pulitura, eseguita con una soluzione vaporizzata a freddo. L’asciugatura è stata accelerata da una ventilazione forzata d’aria fredda. Sono stati poi effettuati il consolidamento per fasce, mantenendo il supporto (una tela di canapa settecentesca), la ricomposizione delle reintegrazioni e l’alleggerimento delle ritessiture settecentesche dipinte. Per una miglior distribuzione dei carichi dell’arazzo e per un suo consolidamento strutturale, sono state eseguite cuciture a mano con filato di cotone naturale. Infine, l’arazzo è stato nuovamente foderato, con una tela di lino e cotone naturale, non tinta, che darà ulteriore protezione da agenti esterni senza vincolarne la mobilità.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
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    Prima

    Prima del restauro, particolare, lacerazioni della trama

    Prima del restauro, particolare, ritessiture alterate

    Prima del restauro

    Prima del restauro, retro dell’arazzo, particolare delle ritessiture settecentesche

    Prima del restauro, grafico dello stato di conservazione (in rosso, le scuciture; in viola, le consunzioni della trama; in blu, le vecchie ritessiture)

    Prima del restauro, particolare, ritessitura con interventi pittorici

    Durante
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Durante

    Durante il restauro, particolare dello stemma e della tessitura neutra sottostante

    Durante il restauro, tonalità di colore sul retro dell’arazzo

    Durante il restauro, particolare, pulitura

    Durante il restauro, particolare, recupero a tratteggio delle ritessiture alterate

    Cartellino museale ottocentesco

    Durante il restauro, particolare dello stemma e della tessitura neutra sottostante

    Marca geometrica

    Durante il restauro, visione dell’arazzo con il contafili (a sinistra, la ritessitura settecentesca; a destra, la tessitura cinquecentesca)

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Dopo il restauro, particolare

    Dopo il restauro, particolare, consolidamento della trama

    Approfondimenti

    Restituzioni 2011

    Tesori d’arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Venezia 2011

    Il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico restaurato

    a cura di Marco Ciatti, Magnolia Scudieri, Firenze 2011

    Altre opere dell'edizione

    arredi e suppellettili

    Bronzetto raffigurante coppia abbracciata

    ceramiche e porcellane

    Cratere apulo a figure rosse

    Pittore di Baltimora (attribuito a)

    corredo funerario

    Corredo funerario tardo-etrusco

    scultura

    Coppia di ritratti

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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