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    La Madonna del Rosario con i santi Fermo e Rustico; cornice; I Misteri del Rosario

    Data: 1603; 1603; 1604
    Artista: Pietro Marone (Brescia o Manerbio 1548 ca - Brescia 1603); Orazio Rizzardi (o Rizzardo) (Bedizzole, Brescia, documentato nel 1603); Giovanni Andrea Bertanza (Padenghe del Garda, Brescia, documentato tra il 1604 e il 1630)
    Tecnica/Materiale:  La Madonna del Rosario con i santi Fermo e Rustico: olio su tela; cornice: legno scolpito, intagliato, dorato; I Misteri del Rosario: olio su tela
    Dimensioni: La Madonna del Rosario con i santi Fermo e Rustico: 376,5 × 196,2 cm (centinato); I Misteri del Rosario: 464 × 311 × 8 cm (centinata)
    Provenienza: Polpenazze del Garda (Brescia), chiesa parrocchiale della Natività di Maria Vergine
    Collocazione: Polpenazze del Garda (Brescia), chiesa parrocchiale della Natività di Maria Vergine
    Edizione: Restituzioni 2013
    Autore scheda in catalogo: Rita Dugoni
    Restauro: Alessandra Zambaldo; ricomposizione della struttura e realizzazione degli intagli: Massimo Ziliani con la direzione di Rita Dugoni (SBSAE Mantova)
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Mantova, Brescia e Cremona

    Opere restaurate da Alessandra Zambaldo e Massimo Ziliani con la direzione di Rita Dugoni (SBSAE Mantova)

    Scheda breve

    L’insieme, composto dal dipinto centrale raffigurante La Madonna del Rosario con i santi Fermo e Rustico e dalla cornice monumentale che racchiude I Misteri del Rosario, in origine costituiva l’ancona dell’altare dei Santi Fermo e Rustico e del Santissimo Rosario, della chiesa parrocchiale della Natività di Maria Vergine di Polpenazze del Garda, cittadina nella zona della Valtenesi sulla sponda bresciana del lago di Garda. A partire dal novembre 1595 si hanno notizie dell’intenzione di far dipingere la pala, ma è probabile che l’opera venisse conclusa solo intorno al 1603 visto che in quell’anno veniva commissionata la cornice a un certo Orazio Rizzardi, appartenente a una famiglia di intagliatori e doratori originari di Bedizzole. Malgrado l’assenza di documentazione d’archivio, il quadro centrale è sicuramente opera autografa di Pietro Marone che la firma in basso a destra «PETRVS MARO/ F.». L’artista, che probabilmente aveva appreso i primi rudimenti dell’arte nella bottega del padre, il pittore Andrea Marone da Manerbio, venne suggestionato soprattutto dall’opera di Alessandro Bonvicino, il Moretto, rappresentante, insieme al Romanino e a Savoldo, del Rinascimento bresciano. Oltre all’influsso del Moretto e della scuola lombarda, ivi compresa quella cremonese, l’analisi delle opere autografe evidenzia come Marone avesse assorbito, verosimilmente grazie alla frequentazione diretta, lo stile di Tiziano e soprattutto del Veronese. La monumentalità delle figure dei santi in primo piano e l’utilizzo del cangiantismo nelle vesti sono di evidente matrice veronesiana. Sicuramente Marone avrebbe dovuto dipingere anche I Misteri del Rosario attorno alla pala centrale, ma morì nel settembre 1603 e l’incarico venne affidato nel luglio 1604 a Giovanni Andrea Bertanza, nato nella vicina Padenghe del Garda. I Misteri del Rosario, caratterizzati ancora da una certa ingenuità esecutiva, sono la prima opera documentata di questo pittore molto attivo nel bresciano che ebbe modo di formarsi e successivamente collaborare con Palma il Giovane.

     

    La pala di Marone era coperta da uno strato di sporco che ne alterava le cromie originali e presentava inoltre pieghe dovute all’allentamento della tela soprattutto in corrispondenza della centina; la parte inferiore era interessata da sollevamenti e cadute della pellicola pittorica. La cornice mostrava sollevamenti e perdite della doratura oltre a frantumazioni nelle zone di maggiore fragilità come gli intagli che ripartiscono le scene dei Misteri del Rosario. Lo stato di conservazione dei Misteri del Rosario era compromesso, in particolar modo nella parte centinata, da fitte pieghe che avevano provocato diffuse cadute di cromia originale oltre che da un taglio e uno strappo con perdita di supporto tessile nella scena raffigurante Cristo deriso. Nei primi decenni del XVIII secolo l’ancona venne rimossa e manomessa; attualmente è conservata sulla parete sinistra della chiesa sopra un confessionale.

     

    Rita Dugoni

     

     

    Foto dopo restauro della pala centrale: Carlotta Giardini, Isabella Bellinazzo, Sergio Visciano

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima

    Prima del restauro, La Madonna del Rosario con i santi Fermo e Rustico, particolare con le gambe dei santi e l’iscrizione

    Prima del restauro

    Durante
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    Durante

    Durante il restauro, La Madonna del Rosario con i santi Fermo e Rustico, scena della Resurrezione, particolare della Madonna con il Bambino, tassello di pulitura

    Durante il restauro, particolare dei Misteri del Rosario e della cornice, scena della Resurrezione, tassello di pulitura

    Durante il restauro, particolare dei Misteri del Rosario, inserto in centina

    Durante il restauro, particolare della cornice, fissaggio dei nuovi tasselli in legno di tiglio

    Durante il restauro, particolare della cornice, realizzazione degli intagli

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro, La Madonna del Rosario con i santi Fermo e Rustico

    Dopo il restauro, particolare dei Misteri del Rosario e della cornice, scena della Circoncisione

    Dopo il restauro, particolare dei Misteri del Rosario e della cornice, scena della Resurrezione

    Approfondimenti

    Restituzioni 2013

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2013

    Restituzioni 2013. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2013

    Scheda storico-artistica dal catalogo

    Relazione di restauro

    Altre opere dell'edizione

    corredo funerario

    Sarcofago antropoide di Mes-Isis o Figlio di Isis; cartonnage di mummia

    ceramiche e porcellane

    Collezione di ceramiche

    corredo funerario

    Stele daunia maschile con armi

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    Corredo funerario

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