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    Incoronazione della Vergine tra san Sebastiano, santa Caterina martire, san Giovanni Battista, san Girolamo, Vergine annunziata, san Francesco

    Data: 1429 (scomparto centrale); XIX secolo (scomparti laterali)
    Artista: Lorenzo da Venezia (Venezia, attivo nel 1429) e imitatore
    Tecnica/Materiale: Tempera e oro su tavola
    Dimensioni: 132 (centrale) o 115,8 (laterali) x 268 (misure complessive); 105 x 53 (superficie dipinta dello scomparto centrale) e 96 x 26 (superficie dipinta di ogni scomparto laterale)
    Provenienza: Monselice, Ca' Marcello, Collezione Vittorio Cini (donato alla Fondazione nel 1972 dal conte Vittorio Cini)
    Collocazione: Venezia, Fondazione Giorgio Cini
    Edizione: Restituzioni 2004
    Autore scheda in catalogo: Andrea De Marchi
    Restauro: Studio Marina Nahabed
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Architettonici, per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico di Venezia e Laguna

    Inneggiando al tuo parto l’universo ti canta qual tempio vivente, o Regina! Ponendo in tuo grembo dimora Chi tutto in sua mano contiene, il Signore, tutta santa ti fece e gloriosa e ci insegna a lodarti. (Inno Akathistos) Quasi come un inno sacro, Lorenzo da Venezia compone la suggestiva immagine della Vergine Maria, gloriosamente incoronata Regina dei cieli.

    Scheda breve

    L’unico elemento originale del polittico è lo scomparto centrale dell’Incoronazione della Vergine.

    Un falsario ottocentesco, infatti, aggiunse altri sei pannelli con vari santi (Sebastiano, Caterina, Giovanni Battista, Girolamo, Francesco) e una Vergine Annunziata, senza riuscire a mimetizzarli opportunamente con la tavola centrale. Fondamentale, quest’ultima, per gli studi critici, grazie all’iscrizione autografa con la data di completamento dell’opera (8 agosto 1429) e i nomi degli artefici, Lorenzo e Giacomo da Venezia.

    L’Incoronazione della Vergine, tema molto amato nella pittura devozionale del Quattrocento, viene qui svolto secondo i dettami della tradizionale iconografia: avvolta in un delicato manto blu a ricami dorati e seduta su una base marmorea, la Vergine riceve da Cristo la corona che la rende incontrastata Regina dei cieli. Al di sopra possiamo scorgere il volto serio e ieratico di Dio Padre, che risalta sullo sfondo dorato, allusivo della dimensione celeste in cui la scena ha compimento.

     

     

    A livello stilistico il dipinto risente fortemente dei modelli diffusi da Gentile da Fabriano a Venezia, non senza stringenti affinità con altri maestri, come Zanino di Pietro e Michele Giambono.

    Si tratta quindi di un’opera che assimila la migliore tradizione del Tre e Quattrocento veneziano, come è visibile nei valori cromatici e nei dettagli iconografici: l’arrossamento della pelle sulle gote, le barbe soffici, il volto pieno della Vergine e il suggestivo particolare dei raggi che fuoriescono dai folti baffi di Dio Padre. E’ un opera che parla quindi un linguaggio aggiornato e ricettivo, non privo tuttavia di soluzioni personali: colpisce in questo senso la resa energica delle ciocche fluenti dei capelli di Cristo che girano sopra all’orecchio, fino a coprire l’attacco della corona, secondo una tecnica esecutiva che vuole essere una riflessione sulla scultura contemporanea.

     

     

    Il restauro si è rivelato fondamentale per ricostruire la vicenda storica e materiale dell’opera, che è il frutto di un abile montaggio antiquariale.

    L’intervento ha evidenziato anche interessanti aspetti relativi alla tavola originale al centro, oggetto di numerosi danneggiamenti. Il fondo oro, ad esempio, è risultato ampiamente rifatto, anche se sono stati individuati frammenti originali lungo i profili della pittura e nella metà destra dell’aureola e della corona di Cristo; una forte spaccatura verticale della tavola ha inoltre causato un ampio rifacimento in corrispondenza della spalla sinistra di Dio Padre e del profilo del volto di Cristo.

    Il restauro ha consentito di recuperare, in un testo obiettivamente assai compromesso, brani mascherati lungo l’oro, come ad esempio la mano destra e il manto rosso di Dio Padre sopra la spalla della Vergine, ma soprattutto la qualità originale degli incarnati, che permette di cogliere in pieno lo spessore artistico dell’opera.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
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    Prima

    Particolare prima del restauro

    Particolare prima del restauro

    Particolare prima del restauro

    Particolare prima del restauro

    Durante
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    Durante

    Particolare durante il restauro

    Particolare durante il restauro

    Particolare durante il restauro

    Particolare durante il restauro

    Particolare durante il restauro

    Particolare durante il restauro

    Particolare durante il restauro

    Particolare durante il restauro

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni 2004

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Vicenza 2004

    Altre opere dell'edizione

    glittica

    Gruppo di quattordici gemme e un vetro dorato

    scultura

    Stele funeraria di Lisandra

    scultura

    Statua di Gigante anguipede

    scultura

    Statua di Gigante anguipede alato

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