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    Giovane cavaliere (Dioscuro?) sorretto da una sfinge, detto ‘Cavaliere Marafioti’

    Data: 420-400 a.C.
    Tecnica/Materiale: Gruppo statuario a tutto tondo, terracotta policroma (tracce superstiti dei colori)
    Dimensioni: alt. 132 cm (gruppo); 125 × 50 cm (base)
    Provenienza: Locri (Reggio Calabria), località Marafioti, tempio greco, scavo del 1910
    Collocazione: Reggio Calabria, Museo Archeologico Nazionale (inv. 10475)
    Edizione: Restituzioni 2016
    Autore scheda in catalogo: Rossella Agostino, Maurizio Paoletti
    Restauro: Sante Guido, Giuseppe Mantella (Guido-Mantella restauratori associati) con la direzione di Simonetta Bonomi
    Ente di Tutela: Soprintendenza Archeologia della Calabria

    Opera restaurata da Sante Guido, Giuseppe Mantella (Guido-Mantella restauratori associati) con la direzione di Simonetta Bonomi

    Scheda breve

    Il gruppo di terracotta raffigura un giovane cavaliere nudo che cavalca sostenuto da una sfinge femminile con le braccia levate. Decorava il tetto del tempio dorico scoperto a Locri in localita Casa Marafioti, una zona collinare della città greca sovrastante il teatro e prossima alle mura. Gli scavi qui condotti da Paolo Orsi nel 1910 individuarono le fondazioni del tempio dorico (seconda metà del VI secolo a.C.), oltre a pochi elementi superstiti dell’elevato distrutto gia in età romana (?) e poi definitivamente spoliato nei primi decenni dell’Ottocento. Si conservano pero cospicui elementi del cornicione in terracotta policroma (geison e sima) che sono pertinenti a una nuova decorazione architettonica realizzata quando fu sostituito il tetto del tempio (420- 400 a.C.). A questo grande intervento di rinnovamento edilizio – non sappiamo se scaturito da urgenti necessità di manutenzione o da più specifici motivi religiosi – è riferibile anche lo straordinario Cavaliere Marafioti.

    Il gruppo statuario, collocato sul lato posteriore del tempio, ne dominava la sommità forse come acroterio centrale: questa almeno e la ricostruzione suggerita da Orsi in base ai dati di scavo. Tuttavia se nel giovane cavaliere va riconosciuto un Dioscuro, non può escludersi che costituisse un acroterio laterale al fianco di un secondo Dioscuro, dal momento che Castore e Polluce, i due fratelli gemelli figli di Zeus e di Leda, erano raffigurati sempre in coppia. Benchè ricomposto da moltissimi frammenti e integrato nelle parti lacunose, il Cavaliere Marafioti resta un unicum nella produzione artistica della Magna Grecia, alla cui eccezionalità contribuiscono le notevoli dimensioni e il soggetto privo quasi di confronti, specialmente per la sfinge alata, possente e accosciata, che con la testa e il palmo delle mani sostiene, senza alcuno sforzo, il peso del cavaliere.

    Il ‘restauro Orsi’ (Siracusa, 1911-1925 circa) ricostruì il Cavaliere Marafioti partendo da oltre 180 frammenti, tra grandi e piccoli, incollati e assemblati con la colofonia, un collante particolarmente adoperato all’epoca. La ricomposizione richiese l’impiego di staffe e di supporti interni (legno, stucco) e perfino di grappe metalliche (rame-ottone) indispensabili per restituire solidita al grande gruppo fittile. Tutte le parti lacunose furono reintegrate dal restauratore Giuseppe Damico; la testa del cavaliere e quasi completamente di ricostruzione.

    Rossella Agostino, Maurizio Paoletti

    Le fasi del restauro

    Prima
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    Prima

    Prima del restauro, visione laterale destra

    Prima del restauro, visione laterale sinistra

    Prima del restauro, visione posteriore

    Prima del restauro, particolare con il cavaliere

    Prima del restauro, particolare con il cavaliere che regge le briglie

    Prima del restauro, particolare con la testa del cavallo

    Prima del restauro, particolare con l’ala destra della sfinge

    Prima del restauro, visione frontale

    Durante
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    Durante

    Durante il restauro, particolare della testa del cavallo con la mandibola a modellazione piena e precisi dettagli descrittivi

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    Durante il restauro, particolare con la sfinge, fase di pulitura, tassello che evidenzia il recupero di porzioni originali

    Durante il restauro, particolare con la testa del cavallo, tracce di colorazione aranciata

    Durante il restauro, particolare con la coda del cavallo, effetti di policromia

    Durante il restauro, particolare con la groppa del cavallo, foro di sfiato indispensabile per la cottura della terracotta

    Durante il restauro, particolare con la schiena della sfinge, foro di sfiato indispensabile per la cottura della terracotta

    Durante il restauro, particolare con la zampa del cavallo, tracce di colofonia dalla tipica colorazione rossa, impiegata per l’assemblaggio dei frammenti negli anni Venti del Novecento

    Durante il restauro, particolare con il piede del cavaliere, fase di ritocco cromatico ‘puntinato’ per eviodenziare le integrazioni

    Dopo
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    Dopo

    Dopo il restauro, visione laterale sinistra

    Dopo il restauro, visione laterale destra

    Dopo il restauro, visione posteriore

    Dopo il restauro, visione frontale

    Approfondimenti

    Restituzioni 2016

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (PDF online)

    Restituzioni 2016. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (guida cartacea)

    Scheda storico-artistica dal catalogo

    Relazione di restauro

    Altre opere dell'edizione

    scultura

    Statua naofora di Amenmes e Reshpu

    scultura

    Bronzetti egizi da collezione

    corredo funerario

    Manufatti metallici

    Mosaico pavimentale con emblema detto ‘dei pugili’

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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