In una radura sassosa, un uomo, forse nudo come gli eroi, e due cani affrontano un cinghiale.
L’antico artista ha scelto di rappresentare il momento decisivo della caccia: uno dei due cani ha aggirato la belva ed è pronto ad attaccarla alle spalle, con un balzo dall’alto, mentre il suo compagno difende il padrone che con uno sforzo eroico sta affondando la lancia nel petto del cinghiale. Il pezzo, un frammento di sarcofago, è caratterizzato da uno stile abbreviato, in cui la scena sembra essere vista attraverso uno zoom che quasi immobilizza un momento, concentrando nella singola immagine un’azione lunga e complessa: significativo, in questo senso, il dettaglio del cane a destra che pare letteralmente piovere sul cinghiale.
È probabile che la scena rappresentata sia il mito della caccia al cinghiale Calidonio.
La rappresentazione è sintetica: un solo eroe, forse Meleagro, svolge il ruolo decisivo nella caccia riunendo in sé tutte le caratteristiche positive dei molti eroi che vi avevano partecipato.
Solo gli studi recenti hanno permesso di riconoscere nella lastra il lato minore di un sarcofago che si trova anch’esso al museo di Portogruaro. L’attribuzione è stata possibile grazie al ritrovamento dei disegni effettuati durante gli scavi. Fu probabilmente a causa della presunta incongruenza tra la scena pagana della lastra e i simboli cristiani del sarcofago che i due pezzi furono separati poco dopo gli scavi, ma l’accostamento fu probabilmente voluto da un nobile cristiano educato nella cultura classica, che voleva dichiarare che la sua vita aveva corrisposto ai valori di coraggio e dignità personale condivisi dalle due culture: questo elemento e i dettagli stilistici hanno permesso di datare l’opera al IV o V secolo d. C.
Durante il restauro sono stati rilevati i segni di scalpello e sega utilizzati per “ritagliare” le parti evidentemente non considerate “interessanti”.
Il reperto è costituito da diversi frammenti ricomposti già nell’Ottocento, in fase di restauro si è dovuto smontare e ricomporre i frammenti perchè la precedente ricostruzione alterava la leggibilità della scena per mantenere i frammenti attaccati;sono stati dunque applicati dei supporti tra i diversi pezzi per distanziarli adeguatamente. È stato poi necessario pulire la superficie dai residui delle malte ottocentesche e dalle patine che l’avevano annerita con il trascorrere del tempo, infine la lastra è stata trattata con vernici protettive.
Redazione Restituzioni