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    Croce reliquiario

    Data: ultimo quarto del XIV secolo
    Artista: Smaltista del Calice firmato da Matteo di Mino di Pagliaio e orafi senesi
    Tecnica/Materiale: rame dorato; smalti traslucidi e champlevés; cristallo di rocca; paste vitree e doppiette
    Dimensioni: alt. 63 cm; 42,5 × 32,8 cm (Croce); 29 × 22,5 cm (base)
    Provenienza: mercato antiquario, 1921
    Collocazione: Firenze, Museo Nazionale del Bargello (inv. OR 57)
    Edizione: Restituzioni 2022
    Autore scheda in catalogo: Elisabetta Cioni
    Restauro: Maria Ludovica Nicolai, Jennifer Di Fina
    Ente di Tutela: Musei del Bargello

    Opera restaurata da Maria Ludovica Nicolai, Jennifer Di Fina, con la direzione di Ilaria Ciseri (Museo Nazionale del Bargello, Firenze)

    Scheda breve

    La Croce reliquiario vera e propria, con funzione anche di ostensorio, è arricchita da placchette in smalto traslucido, mentre nel sostegno sono smalti champlevés a figure risparmiate e dorate. Il basamento appare coerente alla Croce, benché i suoi smalti risultino più modesti e di diversa mano rispetto a quelli traslucidi. L’opera è dunque frutto della collaborazione di più maestri e rappresenta una rara e preziosa testimonianza dell’oreficeria senese dell’ultimo quarto del Trecento che si caratterizza per la devozione nei confronti di quanto realizzato nella prima metà del secolo, quando gli orafi avevano espresso tutte le loro enormi potenzialità. Gli smalti della Croce, eseguiti, anche se non dallo stesso maestro, nella medesima bottega di quelli champlevés della Croce dei Santi Pietro e Andrea a Trequanda (Siena), riconducibile agli orafi-scultori attivi nella cappella di Piazza (il Romanelli, il Pizzino, Matteo d’Ambrogio), sono stilisticamente affini a quelli del calice sottoscritto dal senese Matteo di Mino di Pagliaio, attestato come orafo nel 1369 e che nel 1380 risulta in rapporto con Nello di Giovanni e Bartolomeo di Tommè detto Pizzino, tanto da poterli considerare opera dello stesso smaltista. In entrambi i casi egli tiene in gran conto gli esiti stilistici di Lippo di Vanni, pittore che rappresenta un punto di riferimento per gli smaltisti senesi attivi intorno alla metà del Trecento e nei decenni successivi, anche se il timbro del suo linguaggio risulta un po’ stereotipato e talvolta rigido, nonostante l’apprezzabile risultato estetico finale di alcune formelle.

    Le fasi del restauro

    Prima
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    Prima
    © Ministero della Cultura - Musei del Bargello, Firenze, Foto Antonio Quattrone

    Prima del restauro

    © Ministero della Cultura - Musei del Bargello, Firenze, Foto Ludovica Nicolai

    Prima del restauro, particolare della lamina perimetrale staccata dal resto del bordo

    © Ministero della Cultura - Musei del Bargello, Firenze, Foto Lorenzo Sanna

    Ricostruzione virtuale: nei cerchietti rossi sono evidenziati i castoni e le pietre mancanti

    © Ministero della Cultura - Musei del Bargello, Firenze, Foto Jennifer Di Fina

    Prima del restauro, placchetta smaltata sulla base, con prodotti di alterazione del rame depositati sulle superfici metalliche (a sinistra) e prelievo per le analisi (a destra)

    © Ministero della Cultura - Musei del Bargello, Firenze, Foto Jennifer Di Fina

    Prima del restauro, placchetta smaltata con Cristo benedicente, con piccoli crateri e microsbollature sullo smalto

    © Ministero della Cultura - Musei del Bargello, Firenze, Foto Ludovica Nicolai

    Prima del restauro, particolare della costruzione dei castoni

    Durante
    Durante
    © Ministero della Cultura - Musei del Bargello, Firenze, Foto Ludovica Nicolai

    Durante il restauro, acquisizione dei dati tramite XRF

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    Durante il restauro

    Dopo
    Dopo
    © Ministero della Cultura - Musei del Bargello, Firenze, Foto Antonio Quattrone

    Dopo il restauro

    © Ministero della Cultura - Musei del Bargello, Firenze, Foto Ludovica Nicolai

    Dopo il restauro, le lamine perimetrali riposizionate e incollate

    © Ministero della Cultura - Musei del Bargello, Firenze, Foto Antonio Quattrone

    Placchetta smaltata raffigurante Santa Caterina: prima del restauro (a); durante il restauro (b); dopo il restauro (c)

    Approfondimenti

    Restituzioni 2022. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (guida cartacea)

    Restituzioni 2022

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (PDF online)

    Scheda dal catalogo

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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