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    Torna a Restituzioni 2011

    Cratere apulo a figure rosse

    Data: 330-310 a.C.
    Artista: Pittore di Baltimora (attribuito a)
    Tecnica/Materiale: Lavorato al tornio e a matrice argilla nocciola, coloritura rossastra, vernice nera, sovraddipinture in bianco, giallo e amaranto
    Dimensioni: alt. 128, diam. labbra 53, diam. piede 29 cm
    Provenienza: Collezione Jatta
    Collocazione: Ruvo di Puglia (Bari), Museo Nazionale Jatta (inv. 36735)
    Edizione: Restituzioni 2011
    Autore scheda in catalogo: Ada Riccardi
    Restauro: Carlo Usai con la direzione di Giovanna De Palma (ISCR - Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, Roma) e Ada Riccardi (SBA Puglia)
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia

    Odo giungere la primavera vestita di fiori… Su presto! mescete un cratere di vino  e dolce esso sia…  (Alceo)

    Scheda breve

    Un nugolo di figure rosse in movimento si staglia sul nero della ceramica, sul lato principale del monumentale cratere, narrando il tragico mito di Niobe che vide i suoi figli massacrati dalle frecce di Apollo e Artemide. Al centro della scena si colloca la quadriga con Apollo che scaglia frecce mortali; da qui si sviluppa un vortice che parte dalle zampe dei cavalli del dio, coinvolgendo le figure in fuga dei figli di Niobe. La caccia di Artemide alle principesse tebane occupa invece il registro inferiore, mentre il registro superiore ospita gli dei che assistono impassibili alla scena.
    Sul lato posteriore si trova invece una scena di carattere opposto, di natura funeraria, raffigurante un eroe a cavallo, immagine idealizzata del defunto, che si ritira dalla vita in placida armonia. Completano la raffigurazione pittorica, sul collo del vaso, una battaglia di uomini e amazzoni e un corteo dionisiaco.

     

    Il cratere, l’enorme vaso in cui si mescolavano vino e acqua nelle proporzioni scelte, costituiva il centro della cerimonia laica del banchetto antico. Non aveva dunque solo una funzione d’uso, ma anche e soprattutto un compito scenico di fulcro della festa, nonchè di status symbol che servisse a certificare la ricchezza e il buon gusto del padrone di casa. Un’usanza che si diffuse, a partire dalla Grecia, in tutto il Mediterraneo, e in particolare nell’antica Apulia, che fu un buon mercato per gli antichi artisti della ceramica.
    Questo cratere era di particolare pregio, ed è attribuito al “pittore di Baltimora”, uno dei più abili ceramisti del IV secolo a.C., che trasportò nella sua arte le scoperte di uso della luce e del colore raggiunte dai grandi pittori contemporanei.

     

     

    Il primo atto di restauro è rappresentato da una radiografia che ha permesso di distinguere  le parti originali dell’opera da quelle ricostruite o ridipinte nell’Ottocento.

    Con il nuovo intervento il vaso è stato smontato completamente per ricomporlo e sostituire i collanti ormai inadeguati. Si è scelto di rendere evidenti le integrazioni pittoriche segnalandole con una riga nera. Sono state infatti mantenute le ridipinture ottocentesche, anche quando gli studi hanno dimostrato che erano probabilmente errate, in rispetto della storia conservativa del reperto. Il supporto interno del cratere, necessario per assicurarne la stabilità, è stato ripristinato, sostituendo le parti in legno con analoghi elementi in materiali più resistenti e meno dannosi per la ceramica.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima

    Prima del restauro, lato B

    Prima del restauro, lato A

    Durante
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    Durante

    Durante il restauro, particolare del lato B in fluorescenza

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    Video con le fasi del restauro

    Durante il restauro, particolare della rimozione di una stuccatura ridipinta

    Durante il restauro, integrazione sul lato B del collo

    Durante il restauro, particolare della quadriga di Apollo prima dei ritocchi cromatici

    Durante il restauro, particolare della quadriga di Apollo dopo i ritocchi cromatici

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro, lato A

    Dopo il restauro, lato B

    Approfondimenti

    Restituzioni 2011

    Tesori d’arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Venezia 2011

    Il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico restaurato

    a cura di Marco Ciatti, Magnolia Scudieri, Firenze 2011

    Altre opere dell'edizione

    arredi e suppellettili

    Bronzetto raffigurante coppia abbracciata

    corredo funerario

    Corredo funerario tardo-etrusco

    scultura

    Coppia di ritratti

    scultura

    Tre bronzi da Iulia Concordia e dal suo suburbium

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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