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    Compianto su Cristo morto

    Data: nono decennio del XV secolo
    Artista: Ambito di Bartolomeo Bellano
    Nascita artista: Padova, 1434
    Morte artista: Padova, 1497 ca
    Tecnica/Materiale: terracotta policroma
    Dimensioni: 83 × 59 cm (rilievo centrale); 29,5 × 93,5 cm (figura laterale sinistra); 30,5 × 96 cm (figura laterale destra); 196 × 353 cm (altare)
    Provenienza: Padova, chiesa di San Pietro
    Collocazione: Padova, chiesa di San Pietro
    Edizione: Restituzioni 2022
    Autore scheda in catalogo: Andrea Nante
    Restauro: Raffaela Portieri (montaggio di Giordano Passarella)
    Ente di Tutela: Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso

    Opera restaurata da Raffaela Portieri (montaggio di Giordano Passarella) con la direzione di Monica Pregnolato (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso); Andrea Nante, Carlo Cavalli (Museo Diocesano di Padova)

    Scheda breve

    L’altare del Compianto su Cristo morto e collocato nella cappella meridionale della chiesa di San Pietro in Padova. Il gruppo in terracotta, inserito in una struttura lapidea e completato da un fondale ad affresco più tardo raffigurante il Golgota, si compone di un rilievo centrale a mezze figure, modellato in tre pezzi separati: la Vergine a sinistra, Cristo al centro con un angelo e Maria Maddalena alle sue spalle, e a destra una pia donna. Completano la scena due dolenti laterali a figura intera e quasi a tutto tondo (un’altra pia donna a sinistra, san Giovanni evangelista a destra).

    Come suggerito a più riprese (Gentilini 1996; Id. 2018) e approfondito nella recente mostra A nostra immagine da Cavalli, l’opera fu realizzata negli anni ottanta del Quattrocento nella bottega di Bartolomeo Bellano o da un plasticatore da lui fortemente influenzato. Il Compianto fu inserito nell’altare lapideo e dotato del fondale in occasione dei lavori di ristrutturazione della chiesa voluti da Bartolomea da Rio, badessa dell’annesso monastero femminile benedettino.

    L’originaria collocazione del gruppo in terra- cotta e probabilmente legata alla presenza antica, nella cappella meridionale della chiesa, di un altare dedicato al Corpus Domini. Tuttora oggetto di studio e di future analisi, l’insieme dell’altare ha offerto una straordinaria opportunità di studio tra diocesi, Soprintendenza e il CIBA dell’Università degli Studi di Padova, costituendo una sorta di cantiere pilota per quanto riguarda un approccio metodologico di intervento su opere in terracotta policroma del XV e XVI secolo.

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima
    Foto Raffaela Portieri

    Prima del restauro

    Durante
    Durante
    Foto Raffaela Portieri

    Durante il restauro, affresco e cornice dell’altare

    Foto Raffaela Portieri

    Durante il restauro, elementi rimossi e sottoposti a pulitura

    Dopo
    Dopo
    Foto Mauro Magliani e Marco Furio Magliani, Padova

    Dopo il restauro

    Foto Raffaela Portieri

    Dopo il restauro, particolare della figura di destra (Maria di Cleofa?)

    Approfondimenti

    Restituzioni 2022. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (guida cartacea)

    Restituzioni 2022

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (PDF online)

    Scheda dal catalogo

    http://restituzioni.com
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