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    Torna a Restituzioni 2011

    Collana in oro e granati

    Data: I-II secolo d.C.
    Tecnica/Materiale: Fusione e martellatura del metallo, taglio e politura delle gemme; oro zecchino e granati
    Dimensioni: lungh. 22,8 cm
    Collocazione: Adria (Rovigo), Museo Archeologico Nazionale
    Edizione: Restituzioni 2011
    Autore scheda in catalogo: Giovanna Gambacurta
    Restauro: Silvano Buzzarello (SBA Veneto) con la direzione di Giovanna Gambacurta (SBA Veneto); analisi archeometriche: Gianmario Molin e Alberta Silvestri (Dipartimento di Geoscienze dell'Università degli Studi di Padova)
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto

    … Queste cose, così le vuole e le giudica belle, né già quali in natura le rimirò. Le chiude nel forziere con cura, prova d’un audacissimo lavoro, d’arte accorta.   (Costantinos Kavafis)

    Scheda breve

    Il reperto è costituito da un raffinato gioiello in oro zecchino e granati composto da maglie di circa un centimetro di lunghezza formate da un filo in oro. Ogni segmento di filo è connotato da una estremità chiusa ad anello e una infilata nella gemma e quindi nell’anello della maglia successiva; infine, è avvolto su se stesso. La sezione del filo d’oro è appiattita soprattutto in corrispondenza dell’anello, più tondeggiante all’altra estremità. Le sedici gemme, affini per colore, dimensione e taglio a forma di cuore, rispecchiano un gusto coloristico assai diffuso nell’oreficeria di età imperiale e qui giocato sul contrasto fra il colore intenso del granato e la lucentezza dell’oro. All’estremità di chiusura della collana un segmento di filo aureo forma un gancio che doveva trovare un occhiello per la chiusura, ora mancante.

     

    Il monile corrisponde a una tipologia nota già nella tradizione dell’oreficeria ellenistica, in particolare tarantina, tra III e I secolo a.C., i cui modelli trovano ampia diffusione nella prima età imperiale romana (I-II secolo d.C.), cui possiamo riferire il reperto.
    La collana proviene infatti da uno scavo nell’area dell’Ospedale Civile di Adria, in una zona topograficamente rilevante della città antica. La collana è emersa da un livello di accrescimento tra una fase di occupazione e l’altra, in uno strato archeologico formato in seguito alla distruzione, al prelievo e alla sistemazione delle macerie. La posizione del gioiello, sulla superficie dello strato, lascia presupporre che non si tratti di una deposizione intenzionale, bensì il frutto di una distrazione o della perdita occasionale del prezioso monile, presto sepolto e mai più riemerso nel tempo .

     

     

    L’oggetto è stato rinvenuto in buono stato di conservazione, pur se lacunoso di una delle estremità, fratturata a seguito di uno strappo. Apparivano inoltre incrostazioni terrose che ricoprivano tutta la superficie, unite a leggere incrostazioni calcaree individuate a una visione più ravvicinata con lo stereo-microscopio. L’intervento di restauro è stato accompagnato da indagini che hanno confermato la qualità dei materiali: il metallo è oro a elevatissima purezza e il granato è di una particolare varietà, il piropo, di grande pregio. Il restauro è consistito nella pulitura con pennelli morbidi in setola di martora sintetica e con tamponi di acqua demineralizzata, per rimuovere i depositi terrosi incoerenti presenti sulla superficie. Le poche incrostazioni calcaree sono state asportate mediante azione meccanica, operando con un bastoncino di legno.

     

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima

    La collana al momento del rinvenimento

    Prima della pulitura

    Durante
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    Durante

    Durante le analisi, estremità con esiti da lacerazione per strappo

    Durante le analisi, avvolgimento del filo a un’estremità della maglia

    Durante le analisi, estremità con gancio di chiusura

    Durante le analisi, estremità di una maglia ribattuta e forata

    Durante le analisi, gemma con fori ad andamento conico parzialmente disassati

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni 2011

    Tesori d’arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Venezia 2011

    Il Tabernacolo dei Linaioli del Beato Angelico restaurato

    a cura di Marco Ciatti, Magnolia Scudieri, Firenze 2011

    Altre opere dell'edizione

    arredi e suppellettili

    Bronzetto raffigurante coppia abbracciata

    ceramiche e porcellane

    Cratere apulo a figure rosse

    Pittore di Baltimora (attribuito a)

    corredo funerario

    Corredo funerario tardo-etrusco

    scultura

    Coppia di ritratti

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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