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    Cassetta reliquiario ovale con Déesis ed evangelisti

    Data: XI-XII secolo ca
    Artista: Manifattura bizantina dell’Italia meridionale (?)
    Tecnica/Materiale: Argento sbalzato e inciso, in parte dorato, niello  
    Dimensioni: 7,1 x 15,8 x 7,5 cm
    Provenienza: Roma, Tesoro della Cappella del Sancta Sanctorum in Laterano
    Collocazione: Musei Vaticani, Museo Sacro (Inv. 61906)
    Edizione: Restituzioni 2004
    Autore scheda in catalogo: Umberto Utro
    Restauro: Paolo Gessani (Re. As. snc)
    Ente di Tutela: Musei Vaticani

    Déesis deriva dal greco e significa “preghiera”, “intercessione”. La scena raffigura Maria e i santi supplicanti verso Cristo giudice per la remissione dei peccati e la salvezza dell’umanità. L’immagine proviene da un rituale dell’Impero d’Oriente: l’imperatrice – la Vergine – e gli altissimi dignitari – San Giovanni Battista e altri santi– hanno facoltà di chiedere all’imperatore grazia per il condannato.

    Scheda breve

    La piccola capsella (cassetta-reliquiario), in argento, ha forma ovaleggiante ed è fornita di un coperchio bombato in cui sono attaccate due cerniere. Le superfici del reliquiario sono decorate da incisioni. Sul coperchio è raffigurata la scena della Déesis (“intercessione”): Cristo, al centro, è fiancheggiato da san Pietro e da san Giovanni Battista che, con le braccia e le mani distese nell’atteggiamento degli oranti, intercedono presso il Salvatore per impetrarne la clemenza nei confronti dell’umanità peccatrice. Sui fianchi, compaiono i busti degli evangelisti (i santi Luca, Giovanni, Matteo e Marco). Tutte le figure sono contenute entro tondi (clipei) e sono accompagnate da didascalie greche che ne indicano i nomi. Gli spazi tra i tondi, infine, sono riempiti da una fitta decorazione a fogliami e viticci.

     

     

    La cassetta proviene dalla cappella del Sancta Sanctorum in Laterano, a Roma, in cui sono conservate alcune tra le reliquie più venerate dalla cristianità.

    Le cerniere presenti sul reperto ricordano le analoghe utilizzate per i cofanetti d’avorio siculo-arabi: tale particolare, insieme a motivi stilistici, suggerisce di considerare la capsella una manifattura bizantina dell’Italia meridionale, forse della stessa Sicilia, oppure una produzione di artisti meridionali operanti a Roma. Quanto alla datazione, si propende per un periodo compreso tra l’XI e il XII secolo, se non il XIII secolo.

    Singolare è l’iconografia della Déesis che figura sul coperchio. Abitualmente, infatti, è Maria con Giovanni Battista a intercedere presso Gesù; sul nostro reliquiario, invece, in luogo della Vergine compare Pietro, che verosimilmente rappresenta un generico riferimento alla Chiesa romana e al suo legame diretto con il Cristo e con i martiri. Sarebbe quindi la figura del Battista, a fianco del Salvatore, ad assumere il rilievo principale nella composizione: si presume, pertanto, che la cassetta fosse destinata ad accogliere proprio le reliquie di San Giovanni, ipotesi che troverebbe conferma nel rinvenimento, all’interno del reperto, di una pergamena databile al XIII secolo recante l’attestazione  “reliquiae sancti Ioannis Baptistae”. I resti conservati dovevano essere due ossa del Precursore, ovvero gli “ossa duo sancti Johannis Baptistae” menzionati da Giovanni Diacono (il celebre canonico che nel XII secolo scrisse il Liber de Ecclesia Lateranensi) e ricordati anche in tutti i principali elenchi delle reliquie del Sancta Sanctorum. Del Battista il tesoro lateranense custodiva anche una parte della veste di peli di cammello, alcuni capelli e un dente.

     

     

    L’opera presentava sulla superficie una patina di sporco composto di sostanze grasse misto a piccole gocce di cera, la cui rimozione è avvenuta agendo con tamponi di cotone imbevuti di acetone. Le velature di prodotti di ossidazione dell’argento sono state rimosse mediante tamponi di cotone imbevuti di una sostanza complessante. Si è proceduto con la protezione finale utilizzando vernice nitrocellulosica.

     

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

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    Dopo il restauro

    Dopo il restauro

    Dopo il restauro

    Particolare dopo il restauro

    Particolare dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni 2004

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Vicenza 2004

    Altre opere dell'edizione

    glittica

    Gruppo di quattordici gemme e un vetro dorato

    scultura

    Stele funeraria di Lisandra

    scultura

    Statua di Gigante anguipede

    scultura

    Statua di Gigante anguipede alato

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