Liscia e preziosa è la superficie eburnea su cui la mano di un abile artista medievale ha cesellato, in cornici composte da vegetali e figure geometriche, le figure dei santi dottori Ambrogio, Gerolamo, Gregorio e Agostino, insieme a scene della storia sacra, quali la nascita e il battesimo di Gesù. Ma soprattutto le personificazioni delle sette arti liberali: grammatica, dialettica, retorica, medicina, aritmetica, geometria e astronomia, raffigurate come maestri del tempo. Ognuna di queste ha gli strumenti della sua materia, oppure l’atteggiamento tipico che la caratterizza, in un quadro che ci fornisce un’efficace rappresentazione della vita del passato nei suoi dettagli più umani.
La storia del calice è lunga e avventurosa: fu trovato nel 1447 murato in un altare della cappella ducale e trasferito nel Tesoro del Duomo e probabilmente fu allora che alla coppa d’avorio si aggiunse un piede di rame e altre parti metalliche.
La rappresentazione delle Arti Liberali è molto rara e particolare e ben si sposa a quella dei dottori della Chiesa, costituendo una specie di pendant tra sapienza umana e divina.
Il calice non era probabilmente destinato alla consacrazione del vino, non avendo il fondo impermeabile, ma era probabilmente una pisside, cioè un contenitore per le ostie non consacrate. Probabilmente per questo motivo la forma della coppa richiama quella ideale del Tempio di Salomone, il tabernacolo per eccellenza.
Durante il restauro si sono dovuti affrontare diversi problemi dovuti alla presenza di più materiali nel calice. La chiusura era di legno, e con il naturale dilatarsi e restringersi del materiale aveva provocato la fessurazione dell’avorio, che presentava anche numerosi segni e striature causati dal deposito di polveri. Inoltre anche i punti di contatto con il piede non originale erano rovinati dalla colla di pesce usata per attaccare le due parti e il piede stesso, in rame, aveva macchie da ossidazione. È stato dunque necessario smontare il calice, applicare del filo in lega d’oro per impedire l’allargamento delle fessure, pulire l’avorio e il rame, proteggendoli con degli antiossidanti prima di ricomporre il manufatto.
Redazione Restituzioni