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    Altare funerario di C. Telegennio Antho

    Data: Terzo quarto del I secolo d.C.
    Tecnica/Materiale: Marmo lunense
    Dimensioni: 105 × 99 × 74 cm; 46,5 × 48,5 cm (campo epigrafico)
    Provenienza: Roma, chiostro di San Giovanni in Laterano (notizia da CIL VI 1829)
    Collocazione: Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture (inv. 1914 n. 973)
    Edizione: Restituzioni 2016
    Autore scheda in catalogo: Fabrizio Paolucci
    Restauro: Patrizia Riva, Nicoletta Carniel con la collaborazione di Alessandro Conti (C.E.R. Coop. a r.l., Firenze) con la direzione di Fabrizio Paolucci
    Ente di Tutela: Gallerie degli Uffizi

    Opera restaurata da Patrizia Riva, Nicoletta Carniel con la collaborazione di Alessandro Conti (C.E.R. Coop. a r.l., Firenze) con la direzione di Fabrizio Paolucci

    Scheda breve

    L’altare dedicato a C. Telegennio Antho presenta, sul lato anteriore, un complesso fregio vegetale popolato da uccelli, chiocciole e lucertole, che inquadra lo specchio epigrafico recante il nome e il cursus honorum del defunto. Sulla sommità del blocco era ricavato l’incavo per l’inserzione dell’urna con le ceneri di Telegennio, mentre su ognuno dei lati sono raffigurate due gru poste a fianco di un alberello di alloro che germiscono con il becco delle lucertole. In queste scene si dovrà riconoscere l’augurio di una rinascita a una nuova vita per il defunto; per i greci e i romani, infatti, gli uccelli palustri erano metafora di una forza generativa capace di prevalere sulla morte, allusa in questo caso dalle lucertole, animali ctonii per eccellenza, divorate dalle gru. A un ben noto simbolismo funerario rimanda anche la porta chiusa visibile sul retro, attestata sia su are che sarcofagi, da interpretarsi come immagine dell’ingresso dell’Ade, confine non più superabile fra vivi e morti.

    Alla datazione dell’opera negli anni centrali del I secolo d.C., suggerita dallo stile e dalle modalità di lavorazione del marmo, rimandano anche una serie di notazioni epigrafiche e di considerazioni relative alle cariche ricoperte dal defunto. Questi, un liberto di probabile origine grecanica il cui patronus era un certo ‘Optatus’ appartenente a una non meglio nota gens ‘Telegennia’, aveva ricoperto due cariche di natura amministrativa e finanziaria: viator quaestoris ab aerario e scriba quaestorius trium decuriarum. Le incombenze di un viator erano quelle di trasmettere comunicazioni ufficiali (convocazioni del senato, eseguire sequestri, consegnare citazioni ecc.). Di rango più elevato era invece l’incarico di scriba librario del questore all’erario. Questi funzionari, organizzati in tre decurie, avevano specifici compiti legati all’amministrazione della cassa di Stato (l’aerarium appunto) e alla contabilità pubblica.

    Il restauro ha consentito sia di restituire leggibilità e godibilità all’opera grazie alla rimozione degli spessi strati di deposito e al recupero di una tonalità cromatica uniforme, sia di assicurarne la sua stabilità e coerenza strutturale, minata dal parziale distacco di un elemento di integrazione post-antica corrispondente all’angolo posteriore sinistro. In occasione dell’intervento si e anche riportato in luce il pozzetto originario, nel quale era inserita l’urna funeraria, colmato in epoca moderna con malta pozzolanica e frammenti di laterizio e pietra.

    Fabrizio Paolucci

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima

    Prima del restauro, veduta anteriore

    Durante
    Durante

    Durante il restauro, lato sinistro

    Durante il restauro, lato posteriore, pulitura

    Durante il restauro, piano superiore con il pozzetto per l’alloggiamento dell’urna cineraria svuotato del riempimento post-antico

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro, veduta anteriore

    Dopo il restauro, lato sinistro

    Approfondimenti

    Restituzioni 2016

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (PDF online)

    Restituzioni 2016. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (guida cartacea)

    Scheda storico-artistica dal catalogo

    Relazione di restauro

    Altre opere dell'edizione

    scultura

    Statua naofora di Amenmes e Reshpu

    scultura

    Bronzetti egizi da collezione

    corredo funerario

    Manufatti metallici

    scultura

    Giovane cavaliere (Dioscuro?) sorretto da una sfinge, detto ‘Cavaliere Marafioti’

    http://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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