Contro un cielo azzurro intenso percorso da nuvole addensate, abitate da vivaci putti, appare in primo piano la scena dell'adorazione dei Magi, fra i bagliori colorati del corteo, segno di fasto e ricchezza. A tanto sfarzo fa da contraltare il fragile Bambino nudo, tenuto fra le braccia della giovanissima Madre sullo sfondo dell'umile capanna di Nazareth.
Singolare è anche l'inquadratura della scena, disposta in verticale, contrariamente alla prassi più diffusa del formato orizzontale, più adatto al dispiegarsi del corteo. La particolare conformazione non diminuisce l'impatto emozionale dell'opera, che nell'intensità cromatica trova il suo punto di forza.
Il dipinto, commissionato dalle famiglie Cironi e Zanchi (come indicato dagli stemmi e iscrizioni posti sulla colonna), è ricondotto con certezza alla mano di Francesco Maffei, grazie alla presenza della firma, emersa durante una pulitura eseguita nel 1984 e alla testimonianza antica di Marco Boschini (1676).
Nella realizzazione dell'opera l'autore guardò certamente alla tela, di analogo soggetto, eseguita da Veronese per la chiesa di Santa Corona, ma anche a una seconda Adorazione veronesiana conservata un tempo in San Silvestro a Venezia e ora di proprietà della National Gallery di Londra. La cronologia è invece generalmente ricondotta al 1640, fatta eccezione di Alessandro Ballarin che la ritiene degli anni 1628-1629.
Il dipinto, insieme agli altri restaurati, aveva subito i danni del bombardamento del 1944 abbattutosi sulla chiesa. Le opere danneggiate furono allora oggetto di un restauro d'emergenza, incompleto e sommario, effettuato presso il laboratorio delle Gallerie dell'Accademia, durante il quale furono effettuati il risarcimento delle lacerazioni e dei buchi con garze e pezzi di tela grossolani nonché una rifoderatura con due tele di lino.
Il recente intervento, ovviando ad alcuni danni insorti con il restauro degli anni Quaranta, è consistito principalmente in un'operazione di pulitura, comprendente la rimozione, lunga e laboriosissima, delle precedenti ridipinture, seguita dalla delicata fase della reintegrazione pittorica, eseguita a seconda delle tipologie di lacuna a rigatino, a puntinatura o a velatura, cercando di restituire accettabile leggibilità e godimento estetico a ogni singolo dipinto oltreché equilibrio visivo all'intero complesso.
Redazione Restituzioni